Sospeso tra scienza e fede, il murale che "illumina" l'Arcella e riscopre un enorme spirito di partecipazione

Realizzato dagli artisti Acme 107 e SteReal, lungo via Pierobon, sulla facciata del complesso della chiesa San Carlo Borromeo nel quartiere Arcella, il murale pone in dialogo tra Galileo Galilei e lo stesso Carlo Borromeo, entrambi contemporanei. Al centro Padova, capitale 2020 del volontariato, l'astrolabio e un ramoscello di ulivo le cui foglie diventano colombe. Accoglienza, comunità e bellezza in quasi 500 metri quadrati di muro progettato dalle associazioni Jeos e Domna all'interno di una rete di partner in cui ognuno ha dato il loro vitale contributo. Residenti stessi. 

Sospeso tra scienza e fede, il murale che "illumina" l'Arcella e riscopre un enorme spirito di partecipazione

Nella costruzione secolare del rapporto tra scienza e fede, diversi filosofi, teologi e scienziati ne hanno marcato gli aspetti e i pensieri a volte conflittuali, altre volte sinergici nell’identificazione e nella determinazione della coscienza dell’uomo. Riflessioni ancora attuali in cui si inserisce, a suo modo, l’impattante murale realizzato nel quartiere Arcella. L’opera, di quasi 500 metri quadrati, realizzata lungo la facciata del complesso della parrocchia di San Carlo su via Pierobon, è stata inaugurata domenica 27 ottobre all’interno del cortile della scuola dell’infanzia San Carlo Borromeo che si affaccia proprio davanti al disegno artistico. Durante la mattinata, alla presenza di numerosi bambini e residenti, sono intervenuti anche il sindaco Sergio Giordani e gli assessori Marta Nalin e Andrea Micalizzi.

Il senso dell'opera all'interno di Padova Capitale 2020 del volontariato

Supportato dalla giovane artista SteReal, l’immenso lavoro porta la firma, la delicatezza e la sensibilità dello street artist lombardo Acme107 che ha reinterpretato il rapporto tra scienza e spiritualità attraverso il suo personale sguardo. Ai due lati estremi del murale si contrappongono due personaggi al loro tempo contemporanei come Galileo Galilei, il padre della scienza moderna, e san Carlo Borromeo, qui ritratto seguendo il dipinto del pittore Orazio Borgianni. Nel dinamico ambiente patavino, risultato anche del clima di relativa tolleranza religiosa garantito dalla Repubblica veneziana, l’astronomo ha vissuto dal 1592 al 1610, e i riferimenti alla stessa Padova sono evidenti sia nella silhouette scura sul lato sinistro con la Specola, Santa Giustina e il Santo in evidenzia, sia nell’ampio scorcio di Prato della Valle con le sue statue e i gli antichi palazzi che costeggiano la stessa piazza. La poetica di questi due mondi sinergici è nella figura del ragazzo inginocchiato che raccoglie un ramoscello di ulivo le cui foglie, soffiate del vento, volano per raccogliersi all’interno della sfera armillare, anche conosciuta come astrolabio sferico, diventando poi colombe, simbolo di pace. Il centro, molto luminoso, è il punto focale, è la vita: da qui “Illuminami” che diventa anche il titolo dell’opera stessa.

«È un progetto artistico nato dopo una serie di incontri con l’intento di regalare qualcosa legato a Padova anche in relazione alla nomina di Capitale europea 2020 del volontariato – spiega Antonio Ceccagno dell’associazione Jeos, principale fautore del murale assieme a Domna – Acme 107 mi sembrava l'artista più indicato: ricordo che l'ho portato per giorni in giro per la città, raccontandogli storia e aneddoti e gli ho regalato un libretto con tutti gli uomini importanti che qui hanno lasciato traccia. Quando ha proposto il bozzetto, l'ha centrato al primo colpo: trovo molto armonica la contrapposizione tra il l’ondulato e dolce del cielo, dai colori non convenzionali, e le linee di luce squadrate e rigide che tagliano e convergono. Qui bisogna dare atto alle capacità artistiche di Acme 107 perché ha anche distorto leggermente le prospettive del paesaggio per creare un movimento plastico, avvolgente e appagante con lo stesso astrolabio».

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Accoglienza, comunità, bellezza: uno spirito profondo di partecipazione

Dodici giorni di lavoro, settanta metri di lunghezza per sette d’altezza, intere casse di bombolette spray e secchi di vernice, dal 15 ottobre in quello spicchio di Arcella si è creato un “cantiere diffuso” con gli artisti sul macchinario verticale e, sotto ai loro piedi, un microcosmo di collaborazione ed empatia: i bambini hanno invitato Acme 107 e SteReal a pranzare assieme; i passanti si fermavano per ammirare i lavori in corso, chi per dare suggerimenti, chi per ringraziare finalmente per un’iniziativa colorata e significativa; alcuni anziani con l’occasione hanno raccontato aneddoti della vita personale rimanendo fino a quando non imbruniva e molti hanno promesso di “difendere” il murale da scritte moleste.

Accoglienza, comunità e bellezza sono, infatti, le tre parole portanti per Alessia Conti, presidente di Domna , nata nel 2015 come associazione di promozione sociale e culturale, ma che nel corso delle attività  è diventata punto di aggregazione e riferimento per supporto e attività alle famiglie, agli anziani e soprattutto ai bambini di questa zona del quartiere a nord di Padova: «Ringraziamo l’Arcella per averci accolto ormai quattro anni fa, questo è un regalo che nasce dalla collaborazione positiva con Jeos e con la parrocchia di San Carlo e tutto è partito la scorsa primavera con dei laboratori artistici dedicati ai ragazzini. Assieme a don Diego abbiamo pensato di omaggiare i cittadini dando loro un ulteriore senso di appartenenza con l’idea che la bellezza fa nascere il bene e questo messaggio l’hanno capito anche gli sponsor e i partner del progetto perché ognuno ha dato il proprio contributo economico significativo».

Spessore aggiunto di questa iniziativa, infatti, sta nella partecipazione di diverse aziende e associazioni che hanno coperto i costi che, per opere di queste dimensioni, si aggirano solitamente sui 30 mila euro: Fairtraide Italia, Sticar, Emporio del Colore, Città So.la.re., il cinema Multisala Astra, il cocktail bar Aperture, Cornice e mobili Vettore, il collettivo di artisti anonimi Dare Hood, Casa Valentini Terrani, Inchiostro&Paper e la banca BCC Patavina. E poi ancora il patrocinio del Csv e del Comune di Padova; gli stessi street artist hanno accettato solo il cosiddetto “gettone di presenza”, tutti hanno capito che alla base di questa rete non c’era qualcosa di estemporaneo, ma un’idea e uno spirito molto più profondi: «Questo messaggio non ci comunica qualcosa di moralistico dove ci dice di fare cose buone, ma tocca direttamente l'animo umano, riesce a svegliare qualcosa dentro di noi – è il commento di don Diego Cattelan, viceparroco della chiesa di San Carlo –  La bellezza quando è condivisa è ancora più bella, potevamo farlo dentro la chiesa, sul lato interno, ma lo abbiamo voluto all’esterno, per tutti: è anche un messaggio di apertura della comunità cristiana, ma anche civile, dove solo attraverso il dialogo si può creare valore che arricchisce le identità dei singoli. La forza sta nel sedersi attorno allo stesso tavolo per realizzare qualcosa di unico per il quartiere che noi stessi viviamo nel quotidiano, magari utilizzando nuovi segni, diversificando il linguaggio e la comunicazione. I pranzi le cene fatte assieme, anche in canonica, ci hanno mostrato l’aspetto sano di tutto questo, dove il bene genera bene e la stessa cura del bene».

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Le voci istituzioniali

Sergio Giordani, sindaco di Padova: «Non conosco il sentimento di invidia, ma è così che mi sento quando vedo questi artisti all'opera sapendo che, in una decina di giorni, possono realizzare qualcosa di veramente bello. Complimenti alle associazioni che animano l'Arcella, dobbiamo imparare a essere orgogliosi della città e dei nostri quartieri. Abituiamoci a essere orgogliosi, fa bene, è un pensiero inclusivo: l'anno prossimo saremo capitale europea del volontariato, è merito di chi lavora e che si impegna verso il prossimo. Un impegno che supera le singole amministrazioni»;

Marta Nalin, assessora  al sociale, integrazione e inclusione sociale, partecipazione: «Ringrazio chi ha voglia di prendersi cura di un pezzetto di città, della nostra città. Moltiplicarlo su tutto il territorio sarebbe importante per dare un senso concreto alla cittadinanza e un valore agli stessi cittadini che ogni giorno, camminando, non guardano le punte delle scarpe, ma alzano lo sguardo e cercano il bello in spazi brutti su cui vale la pena prendersi cura. Questo murale è un passo importante per vedere e respirare Padova guardandoci negli occhi e stringendoci la mano»;

Mario Polisciano, Csv: «Grazie alle associazioni che rianimano il quartiere: è un'opera che va vista come punto di inizio di un percorso in cui ognuno di noi deve fare la propria parte per prendersene cura».

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