Padre Maccalli: mons. Gianotti, “vorrei leggere in questa liberazione un segno di incoraggiamento per chi testimonia il Vangelo”
“Con gioia grandissima, al suono festoso delle campane della cattedrale, della sua parrocchia di Madignano e di tante chiese delle diocesi di Crema, abbiamo accolto nella serata di giovedì 8 ottobre 2020 la notizia della liberazione, avvenuta in Mali, di padre Gigi Maccalli e di altri ostaggi che ne condividevano la prigionia: una prigionia durata, per lui, quasi venticinque mesi, da quel 17 settembre 2018 che ne ha visto il rapimento nella sua parrocchia di Bomoanga, in Niger”.
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Lo afferma il vescovo di Crema, mons. Daniele Gianotti, in un comunicato, diffuso sul sito della diocesi di Crema.
“La gioia di tutta la diocesi di Crema si unisce a quella dei familiari di padre Gigi – e specialmente della sorella Clementina e dei fratelli padre Walter e Angelo –, dei confratelli missionari della Società delle Missioni Africane, della diocesi di Niamey, dei tanti amici che in questi lunghi mesi hanno condiviso l’apprensione, le speranze, la preghiera e l’attesa – prosegue il presule -. Stiamo vivendo l’Ottobre missionario: vorrei leggere in questa liberazione un segno di fiducia e di incoraggiamento per tutti quelli e quelle che testimoniano il Vangelo di Gesù nelle situazioni più esposte e difficili”. Di qui l’auspicio: “La liberazione di padre Gigi rafforzi la nostra fiducia nella preghiera insistente e instancabile” e “aiuti tutti noi discepoli di Gesù a dare buona testimonianza di Lui, prima di tutto con la vita evangelica e con la stessa dedizione di padre Gigi nel riconoscere e far crescere nel mondo segni di risurrezione e di vita”.
Il vescovo si augura che “la liberazione di p. Gigi sia un segno promettente di speranza per quanti altri sono prigionieri per la loro fede e la loro lotta per la verità, la giustizia e la riconciliazione; e sia seme di pace e fiducia per il Niger da lui tanto amato, e per tutta l’Africa. Interceda per noi il ‘nostro’ missionario martire, il beato Alfredo Cremonesi”.