Di nuovo lockdown? Ecco come affrontarlo con i bambini. I tre consigli di Pellai
Una famiglia con cui gemellarsi, diritto alla passeggiata garantito e il libro “Noemi nella tempesta”: sono gli strumenti che il neuropsichiatra indica, per evitare che nuove chiusure abbiamo un impatto troppo duro su genitori e figli
E' di nuovo tempo di chiusure, di restrizioni, di didattica a distanza, di vita sociale limitata o azzerata: buona parte d'Italia si tinge di rosso, somigliando sempre di più a quella che era ormai 12 mesi fa. E le famiglie si preparano a questa nuova prova, sicuramente più stanche di allora ma, si spera, almeno più attrezzate. Perché l'esperienza insegna, o almeno dovrebbe insegnare. E ci dice, per esempio, che il “diritto alla passeggiata”, o alla “ora d'aria”, se si preferisce, va garantito almeno ai bambini e a chi ha una disabilità.
A ricordarcelo è Alberto Pellai, neuropsichiatra dell'età evolutiva, che suggerisce tre strumenti pratici per affrontare il nuovo lockdown con i figli. Perché “il problema enorme è che praticamente le scuole di ogni ordine e grado vengono chiuse di nuovo, come nel primo lockdown dell’anno scorso. Per i nostri figli più piccoli questo significa lasciare le certezze e le autonomie che offre loro l’esperienza scolastica e la socializzazione ad essa correlata”.
Il primo consiglio è “scegliere una famiglia con cui gemellarci, specie se abbiamo un figlio unico, così da permettere al nostro bambino di avere la possibilità di frequentare un altro bambino di pari età, mantenendo viva la dimensione interpersonale e consentendo a noi genitori di poterci supportare reciprocamente nel momento del bisogno. Ideale sarebbe accoppiare due famiglie di cui almeno una ha a disposizione un giardino o un cortile – aggiunge - Le due famiglie diventeranno una sorta di famiglia allargata organizzata in una 'bolla' che ha confini e limiti ben precisi che si impegna a non ampliare contatti e relazioni con altri nuclei famigliari”.
Il secondo consiglio è anche un monito per le istituzioni, nazionali ma soprattutto regionali, che indicheranno modi e dettagli delle restrizioni: il diritto alla passeggiata deve essere tutelato. “Proprio perché andiamo incontro alla bella stagione, deve almeno essere reso possibile ai genitori, anche in zona rossa, di poter portare i propri figli fuori all’aperto, per fare passeggiate, stare a contatto con la natura, sempre nel rispetto delle norme di prevenzione del contagio, ovvero evitando assembramenti e interazioni 'sregolate' con altre persone – afferma Pellai - In questi primi giorni, dove in alcune regioni le scuole sono state chiuse, i parchi sono stati presi d’assalto e c’è stato un forte rischio di assembramento. Conviene condividere con i genitori la certezza di poter stare all’aperto evitando, eventualmente, un sovraffollamento in alcuni luoghi specifici. Per chi vive in territori che permettono di muoversi nella natura, deve essere resa possibile questa opportunità, senza fare ricorso alla regola del 'tutti chiusi e barricati in casa', che lo scorso anno ha generato troppa sofferenza”.
Il terzo consiglio è il titolo di un libro, che può essere “di grande aiuto per i bambini della scuola primaria e per i preadolescenti”: il romanzo “Noemi nella tempesta”, di Alberto Pellai e Barbara Tamborini (De Agostini ed.), racconta che cosa vivono due fratelli, Noemi di 10 anni e Luca di 13 anni, quando le loro scuole vengono chiuse per via del primo lockdown. “E’ una storia che permette di identificarsi con le tante sfide vissute dai due fratelli – spiega Pellai -: la noia, la fatica, l’ansia, ma anche il bisogno di rimanere in contatto con gli amici e di stare a galla in mezzo a una 'tempesta' che riempie di incertezza la vita di tutti”.
Chiara Ludovisi