Adria-Rovigo, Chioggia, Padova e Vicenza. Un unico Seminario per quattro Diocesi del Triveneto
Adria-Rovigo, Chioggia, Padova e Vicenza. Da settembre i seminaristi – in totale 19, al momento – vivranno insieme a Casa Madre Teresa di Calcutta, a Sarmeola, continuando a frequentare la sede di Padova della Facoltà teologica. Il progetto è aperto ad altre Diocesi

Il 21 marzo, presso l’Opera della Provvidenza Sant’Antonio, i vescovi delle Diocesi di AdriaRovigo (mons. Pierantonio Pavanello), Chioggia (mons. Giampaolo Dianin), Padova (mons. Claudio Cipolla) e Vicenza (mons. Giuliano Brugnotto) hanno presentato ai rispettivi consigli presbiterali le linee di fondo del progetto del nuovo Seminario che servirà unitariamente le quattro Chiese.
Il progetto
A partire dal prossimo mese di settembre, i seminaristi delle quattro Diocesi vivranno insieme a Casa Madre Teresa di Calcutta – all’interno del grande complesso dell’Opsa a Sarmeola di Rubano – continuando a frequentare, come già accade, i corsi della Facoltà teologica del Triveneto nella sede centrale di Padova. Il progetto – ha spiegato il vescovo di Chioggia, mons. Giampaolo Dianin – è nato un paio di anni fa nelle riunioni tra vescovi con l’intento di mantenere una formazione di qualità ai seminaristi anche se il numero è sempre più esiguo. «Volevamo iniziare un’esperienza nuova, diversa dal semplice accorpamento dei Seminari in un’unica struttura – ha sottolineato mons. Dianin – Per questo abbiamo scelto una sede inedita rispetto alle attuali, che potesse – per quanto possibile – superare la forma di vita del collegio e mettere al centro del percorso i giovani in formazione».
La casa
Casa Madre Teresa di Calcutta è una struttura all’interno del grande complesso dell’Opsa. La direzione ha rappresentato al vescovo di Padova la disponibilità del secondo piano dell’edificio centrale, finora destinato al personale religioso di assistenza, le suore francescane clarisse, e alle monache visitandine che si sono trasferite, le prime in “Casa Suore”, le seconde in “Casa Bortignon”. Al nuovo Seminario sono riservate le 24 stanze presenti, sufficienti per i numeri attuali. L’area è dotata anche di una cappella, di due cucine, di una lavanderia e di alcuni spazi comuni. Tutto il piano può essere riservato ai seminaristi, senza interferenze con il resto delle attività. I seminaristi delle quattro Diocesi insieme arrivano oggi a 19. La gestione economica della nuova realtà sarà affidata a un’associazione che verrà costituita dagli enti dei quattro seminari. Alla luce della sperimentazione, verrà individuata successivamente una diversa sede. Il progetto, del resto, rimane aperto alla collaborazione con altre Diocesi.
Il percorso formativo
I rettori degli attuali quattro Seminari diocesani hanno elaborato il progetto educativo del nuovo Seminario, che è stato presentato da don Aldo Martin, attualmente rettore a Vicenza e da settembre prossimo rettore della nuova struttura unitaria. Il percorso di formazione al presbiterato si articolerà in quattro tappe: propedeutica (uno o due anni), discepolare (un paio di anni), configuratrice (due anni) e di sintesi (un anno prima e dopo l’ordinazione diaconale). La prima e l’ultima tappa si vivranno per intero nella propria Diocesi. Le comunità vocazionali attualmente aperte continueranno quindi a funzionare. Ciascun seminarista svolgerà nella propria Diocesi anche le esperienze di servizio e tirocinio in parrocchia previste dal cammino formativo, in particolare il servizio diaconale. Non viene meno quindi il legame con la Diocesi di origine anche negli anni della formazione insieme. «Il nostro desiderio è di rendere indipendente il percorso formativo dal piano di studi – ha spiegato don Aldo Martin – coinvolgendo ciascun seminarista nella progettazione del proprio percorso, in modo che sia protagonista della propria crescita». L’équipe formativa per il 2025-26 sarà composta da don Aldo Martin della Diocesi di Vicenza, don Maurizio Rigato della Diocesi di Padova e dal padre spirituale don Giovanni Molon, che continuerà a risiedere nella parrocchia di San Gregorio Barbarigo, a Padova. Gli interventi dei membri dei quattro consigli presbiterali hanno espresso apprezzamento per la proposta, sottolineando sia l’importanza di un cammino condiviso tra Diocesi vicine come pure la presenza del nuovo seminario all’interno di una realtà – l’Opera della Provvidenza Sant’Antonio – che si prende cura, con spirito evangelico e grande professionalità, delle persone fragili.
Casa Madre Teresa è nata dal Giubileo del 2000
Casa Madre Teresa di Calcutta è stata voluta dalla Chiesa di Padova come segno di carità in occasione del Grande Giubileo del 2000. Accogliendo la richiesta di aiuto dei malati di Alzheimer e dei loro familiari, è stato elaborato un progetto di presa in carico globale del paziente nelle diverse fasi della malattia. Al fine di realizzare questo progetto, nel settembre 2006 ha iniziato la sua attività Casa Madre Teresa di Calcutta. Con gli attuali due centri diurni (riabilitativo e socio assistenziale per circa 40 posti) e due nuclei residenziali per i malati in fase moderata (17 pazienti ciascuno), rappresenta un importante polo regionale di cura per i malati di Alzheimer, con progetti in collaborazione con soggetti del territorio. Le persone nelle fasi più avanzate della malattia sono accolte nel centro servizi San Massimiliano Kolbe.