1100 anni. Undici secoli di storia per otto paesi padovani
Il 20 aprile 918 l'imperatore Berengario I confermava ai canonici di Padova la proprietà dei beni e delle decime accordati dai sovrani che l'avevano preceduto: è il primo documento in cui emerge l'esistenza di un collegio di preti presieduto da un arciprete che ha come base la cattedrale di Padova. È anche la prima volta che vengono nominati paesi come Limena, Altichiero, Roncajette, Torre, Casalserugo, Albignasego, Noventa.
20 aprile 918, una data persa nelle nebbie del tempo. Eppure quel 20 aprile di 11 secoli fa rappresenta per alcuni paesi della cintura padovana il giorno del loro “ingresso nella storia”. Siamo, come spiega il presidente della Societas veneta di storia religiosa Marco Bolzonella, nell’ultimo secolo del primo millennio, in un periodo che gli storici ricordano come la fase di “anarchia feudale”. Nella generale situazione di insicurezza e di lotte per il potere che arroventava il nord Italia, i sovrani erano sospinti a concessioni sempre più ampie per portare i vescovi dalla loro parte.
In questo clima Berengario, re d’Italia, nell’897 aveva già donato al suo arcicancelliere, il vescovo di Padova Pietro, il Piovado di Sacco. Nel 912 conferma tutti i privilegi e vi aggiunge il fondamentale diritto di erigere castelli. Nel 915-17 lo stesso, divenuto imperatore, trasferisce al vescovo di Padova il pieno dominio della valle del Brenta e delle zone adiacenti (altopiano di Asiago e Grappa). Era un passo decisivo sia per una più solida e ampia strutturazione della diocesi padovana sia per la costituzione di un vero e proprio potere signorile dell’episcopio padovano.
Veniamo al 918: Berengario imperatore conferma al collegio dei canonici di Padova – che gestivano le chiese curate della “cintura” padovana accanto e di conserva con il vescovo, come corpo solidale nella gestione di patrimoni fondiari e giurisdizioni – la proprietà dei beni e delle decime e i privilegi accordati a essi dai sovrani precedenti. I villaggi specificamente citati nell’antica pergamena sono: Limena, Altichiero, Roncajette, Torre, Casalserugo, Albignasego, Maserà, Noventa e altri due non chiaramente identificati, Pobliciano e Villa Bergan. Il documento è storicamente importante perché sancisce una pratica che sarà confermata sino al 12° secolo: nel 924 sarà il nuovo sovrano Rodolfo II ad accordare la sua protezione alla Chiesa padovana confermandole, sul solco delle elargizioni berengariane, possessi, diritti, immunità. Ma anche perché sancisce non la fondazione, ma “l’ingresso nella storia”, quella dei documenti scritti, di molti di questi paesi (non di tutti: Maserà era già comparsa nella donazione del vescovo Rorio al monastero di Santa Giustina del 2 maggio 874).
«Gli anniversari – sottolinea per l’occasione il vicesindaco di Noventa Fabio Borina – sono da sempre una buona occasione per riappropriarsi della memoria, approfondire e conoscere meglio una persona, un luogo, un evento». Per questo il Comune promuove una raccolta di documenti e immagini sulla storia del paese, che confluiranno in una mostra in autunno.