Perché non possiamo stare senza Europa. La lezione di Draghi: serve una visione, serve la politica

Quel che conta, alla fine, è avere una visione e trovare il coraggio di portarla avanti, anche al costo di relegare in secondo piano logiche di corto respiro improntate al consenso immediato. Applicare questo enunciato all’operazione che Mario Draghi ha fatto a inizio settimana a Bruxelles ha un che di riduttivo, ma se vogliamo portare all’estremo la sintesi del suo rapporto sulla competitività dell’Unione Europea, non si può che arrivare a queste conclusioni.

Perché non possiamo stare senza Europa. La lezione di Draghi: serve una visione, serve la politica
Un anno di lavoro, oltre 360 pagine e una incommensurabile mole di dati hanno consentito al già presidente del Consiglio italiano e già presidente della Banca centrale europea di sostenere, davanti ai rappresentanti dei 27 Governi dell’Ue (più che alla presidente della Commissione Von der Leyen) che oggi siamo di fronte a una «sfida esistenziale». O l’Unione Europea decide per il cambiamento o è destinata a una «lenta agonia». Entrare nei singoli temi e nei capitoli del rapporto consente di rintracciare i caposaldi...