Illuminare il mondo. Essere luce per gli altri non è compito facile, ma quanto è necessario
É proprio la famiglia cristiana che può illuminare la vicenda umana dei fratelli nella fede.
Animata dallo spirito missionario già al proprio interno, la Chiesa domestica è chiamata ad essere un segno luminoso della presenza di Cristo e del suo amore anche per i «lontani», per le famiglie che non credono ancora e per le stesse famiglie cristiane che non vivono più in coerenza con la fede ricevuta: è chiamata «col suo esempio e con la sua testimonianza» a illuminare «quelli che cercano la verità»
Giovanni Paolo II, Familiaris Consortio, n.54, 22 novembre 1981
“Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura”. L’invito perentorio di Gesù all’annuncio universale della Sua Parola è il punto di partenza di Papa Giovanni Paolo II per spronare la famiglia alla missionarietà. Un surplus di fiducia nei confronti della “Chiesa domestica” che di fatto è chiamata a rendersi partecipe dell’azione evangelizzatrice con una peculiarità sua propria. La Chiesa che si fonda sulla casa, ovvero sul sacramento del matrimonio è investita direttamente della vocazione a farsi prossima di tutti i fratelli che incontra nel mondo in cui essa vive ed è immersa. I coniugi sono missionari nel profondo, in virtù del loro battesimo, ribadito nella confermazione e suggellato in maniera speciale dal matrimonio. Non ci sono limiti a questo annuncio e di fatto Gesù si è espresso indicando la meta: “fino agli estremi confini della terra”.
Così avviene che gli sposi cristiani iniziano ad essere testimoni e missionari fra le mura domestiche per poi esserlo in ogni contesto di vita, piccolo o grande che sia, in cui si trovano a vivere e fare la loro esperienza coniugale. Mai come in questo caso è valida la famosa espressione che definisce i cristiani “nel mondo ma non del mondo”. I coniugi e le famiglie che loro vanno formando sono all’avanguardia, perennemente in terra di missione. Non vivono nel tempio, non sono individuati dalle persone che incontrano come autorità ecclesiastiche, non hanno paramenti sacri, appannaggio di sacerdoti e religiosi, ma sono cristiani! Da questo punto di vista, nei confronti, soprattutto, delle persone non credenti, hanno l’opportunità di un incontro più alla pari, privo di pregiudizi, in cui la responsabilità e la libertà del confronto si giocano proprio sul piano di una testimonianza contraddistinta dalla trasparenza e dalla gratuità. Il Papa afferma che le famiglie cristiane, che siano partite per un Paese del Terzo Mondo per vivere in pienezza la vocazione della missione evangelica, o che al loro interno debbano cimentarsi con la mancanza di fede dei figli o di qualche altro membro del nucleo famigliare, sono perennemente “in servizio” e la loro specificità è la testimonianza concreta sul campo. Pare di sentire San Francesco quando diceva ai suoi frati di predicare in ultima istanza con le parole se ce ne fosse stato bisogno; sì perché è nel vivere, prima ancora che nel dire il Vangelo che le famiglie possono essere davvero protagoniste. C’è bisogno di essere lievito nella pasta del mondo, correndo il rischio di mescolarsi nell’impasto della storia. C’è bisogno, ai giorni nostri come duemila anni fa, di relazioni affidabili, sempre più rare; di legami con uomini e donne sposi, capaci di seminare fiducia, bellezza, speranza.
proprio la famiglia cristiana che può illuminare la vicenda umana dei fratelli nella fede, delle famiglie che non credono o di quelle che accusano delle difficoltà al proprio interno, offrendo il dono dell’affidabilità. Essere saldi nella presenza fisica, a contatto con i fratelli, senza distanze, senza giudizi o pietismi; essere affidabili nella gratuità dell’ascolto, nella prossimità per le piccole e le grandi richieste. Essere luce per gli altri non è compito facile, ma quanto è necessario! Del resto non sono poche le occasioni in cui questa presenza che dona conforto viene riconosciuta come vitale e preziosa. Quando una famiglia, soprattutto se coesa fra i suoi membri, accende il fuoco della sua speranza a fianco di chi gli è vicino, subito se ne colgono i bagliori, presto nascono germogli di vita nuova e non di rado questa presenza suscita una gratitudine magari silenziosa, magari non sempre esplicita, ma di certo duratura e sincera.