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Nella chiesa di San Pietro a Calais, tre attivisti hanno deciso di smettere di mangiare per protestare contro l’aumento delle violenze della polizia verso i migranti. Esasperati dal totale silenzio dello Stato, Ludo, Anaïs et don Philippe hanno deciso la forma di protesta più radicale per ottenere tre cose: sospendere gli sgomberi quotidiani e lo smantellamento dei campi durante il periodo invernale; fermare la confisca delle tende e degli effetti personali dei migranti; aprire un dialogo tra autorità pubbliche e associazioni sull'apertura di punti di distribuzione ben localizzati per i beni necessari. Il Sir ha raggiunto telefonicamente don Louis-Emmanuel Meyer, parroco della chiesa di San Pietro.

In un contesto di grande sfiducia e basso gradimento dell'operato del governo, si svolgeranno il 24 e il 30 ottobre due ravvicinate tornate elettorali. La prima, considerata una cartina di tornasole della successiva, coinvolgerà due prefetture per coprire i seggi rimasti vacanti a seguito delle dimissioni di due membri Ldp della Camera Alta mentre la seconda, ben più importante, riguarderà le elezioni generali della Camera Bassa, dal cui esito dipenderà la tenuta del partito Liberal Democratico come partito di maggioranza di tale ramo del Parlamento, con conseguenti effetti sulla stabilità della nuova compagine governativa.

Hanno titoli di studio elevati, lavorano, ma c’è ancora poca propensione alla microimpresa e in tanti dicono di avere poca voce in capitolo sul proprio territorio. I dati della ricerca Giovani Dentro di Riabitare l’Italia. Lucatelli: “Servono soluzioni innovative ma anche aggiustamenti normativi”

Il secondo turno della tornata amministrativa ha confermato, rafforzandole, le indicazioni del primo: boom dell'astensionismo e affermazione del centro-sinistra. Alle urne è andato il 43,94 dei circa 5 milioni di potenziali elettori. Meno della metà, la partecipazione più bassa di sempre. Un dato “di sistema” che interpella tutte le forze politiche – non solo quelle che verosimilmente hanno alimentato in misura maggiore il bacino del non voto – e che condiziona ogni tipo di analisi dei risultati.

Giovedì una commissione bipartisan voluta dal presidente americano Joe Biden ha presentato i risultati preliminari di una proposta di riforma della Corte Suprema. Nella relazione la parola che viene più in evidenza è: rischio. Allargare il numero dei giudici che siedono nel massimo organo giudiziario del Paese rischierebbe di minarne la legittimità. Inoltre imporre una riforma della Corte in questo momento della storia correrebbe il rischio di essere percepita come una manovra di parte perdendo così di efficacia. La relazione finale di questi 36 membri tra costituzionalisti e accademici verrà consegnata al presidente Biden a metà novembre prospettandogli i pro e i contro legati soprattutto all’ampliamento