Fatti

Sono 18 i Comuni padovani che vanno al voto domenica 12 giugno (dalle 7 alle 23): oltre a Padova, soltanto Abano Terme (16.947 elettori su 19.349 residenti) e Vigonza (19.005 elettori su 21.993 residenti) superano i 15 mila abitanti e quindi potrebbero tornare alle urne, per il ballottaggio, domenica 26 giugno. Complessivamente sono coinvolti 336.965 padovani; gli aventi diritto al voto sono 277.743.

“La brutale invasione russa dell’Ucraina continua a sconvolgere il mondo. Il panorama geopolitico ed economico dell’Europa è cambiato radicalmente. Questa aggressione sta mettendo sotto pressione le catene di approvvigionamento e sta portando l’inflazione verso l’alto. Ha creato un’enorme incertezza. Le persone nutrono valide preoccupazioni per l’aumento del costo della vita e per la capacità di pagare bollette energetiche più elevate”.

“Abbiamo vinto molte battaglie ma non la guerra”. Sono le amare parole di Angiolo Pellegrini, uno degli uomini di fiducia del giudice Giovanni Falcone. Uno degli ultimi protagonisti ancora in vita di una stagione tragica e irripetibile che ha segnato la storia del nostro paese. La storia degli investigatori e dei magistrati che contro la mafia facevano davvero sul serio. E che sono anche caduti sul campo in mezzo a uno scontro tra clan mafiosi che solo tra il 1979 e il 1986 ha fatto più di mille morti. Pellegrini - in un’intervista telefonica - ricorda quegli anni di inchieste e di arresti eccellenti, di grandi vittorie ma anche di sconfitte. Ricordi che sono al centro del suo libro “Noi gli uomini di Falcone”

La sorella del magistrato ucciso dalla mafia nell'attentato del 23 maggio 1992 al Sir: "Tutto quello che riguarda la lotta alla mafia oggi si rifà alle sue idee, che sono state comprese e portate avanti non solo in Italia ma a livello internazionale". A Palermo, la cerimonia con studenti e insegnanti da tutta Italia: "Se la memoria di Giovanni è viva, lo dobbiamo a loro"

Si è concluso oggi il viaggio di quattro giorni in Ucraina del segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, mons. Paul Richard Gallagher. Da Leopoli a Kiev, il diplomatico di Papa Francesco ha avuto la possibilità di parlare con gli sfollati, visitare i luoghi dei grandi massacri di civili, confrontarsi con i vescovi delle Chiese latina e greco-cattolica e parlare con le autorità del Paese. A Kiev, ha avuto incontri con il primo ministro, con il capo dell’amministrazione presidenziale e con il ministro degli Esteri, alti ufficiali del governo per “riflettere insieme quale direttrici loro vedono e quale l’apporto la Santa Sede può dare, sia nella ricerca della pace, sia nel campo della futura ricostruzione”. È il nunzio apostolico, mons. Kulbokas, a tracciare al Sir un bilancio della visita

Attivare un supporto psicologico immediato e personalizzato. Per la psicoterapeuta Maria Pontillo non si deve perdere tempo: i genitori del piccolo Tommaso, la proprietaria dell’auto che lo investito, suo figlio, i bambini dell’asilo: tutti hanno bisogno di essere aiutati ad affrontare questo trauma. E il papà della piccola vittima, con il “suo straordinario atto empatico, è un esempio per tutti noi”