Fatti

Mons. Jude Ayodeji Arogundade, vescovo di Ondo, la diocesi nigeriana dove è stato compiuto ieri l’attacco a colpi di armi da fuoco ed esplosivi alla chiesa cattolica di San Francesco Xavier a Owo, invita a “mantenere la calma, a rispettare la legge e a pregare affinché la pace e la normalità tornino nella nostra comunità, Stato e Paese”. 

Parla il vescovo birmano di Hakha, Stato del Chin, mons. Lucius Hre Kung: “L'attuale conflitto europeo ha oscurato la crisi birmana anche a livello mediatico. Sebbene il calo degli aiuti umanitari non venga notato in quanto tale, temo che possa diminuire in futuro a causa dell'impatto della guerra in Ucraina. Pertanto, lancio un appello: abbiamo bisogno del vostro aiuto e chiediamo aiuti internazionali per le persone in Myanmar. Come tutti sanno, ci sono molti poveri in Myanmar. Per questo la pace nel Paese è indispensabile perché se non c'è pace, la gente rischia di diventare sempre più povera”

Parla al Sir padre Aurelio Gazzera, missionario carmelitano che vive nella Repubblica Centrafricana da quasi vent'anni. Descrive una situazione molto instabile che rischia di peggiorare, tra violenze, problemi politici ed economici e risvolti geopolitici. Il 60% della popolazione ha bisogno di assistenza umanitaria. La percentuale di sfollati interni va dal 20 al 30% a seconda delle zone

C'è un popolo sconosciuto e silenzioso che viaggia per tutto il Paese, in prima linea nel portare medicine agli anziani, cibo alle famiglie, aiuto a chi ne ha bisogno. Monasteri, parrocchie e centri di comunità, trasformate in luoghi di prima accoglienza e sicurezza. Un viaggio, corredato da foto e video, tra le migliaia di iniziative di bene che hanno accompagnato e sostenuto l'Ucraina in questi 100 giorni di guerra. "Chi mi vede, mi dice: ‘tu che sei vicino a noi, ci fai vedere che Dio non ci ha abbandonato’", racconta don Oleh, salesiano impegnato nel Donbass. "Mi sento quindi in obbligo non lasciare sole queste persone per dimostrare che anche in questa terra bruciata dalla guerra, dove non c’è più nulla se non morte e distruzione, Dio è presente e non lascia indietro nessuno".

Venti anni fa l'assedio israeliano, durato 39 giorni, alla basilica della Natività dove si erano asserragliati 240 miliziani palestinesi. Il francescano, padre Ibrahim Faltas, .che mediò tra le due parti in lotta, rievoca al Sir quei giorni e soprattutto la telefonata di Giovanni Paolo II che, dice il religioso, "evitò un massacro". Sulla vicenda padre Faltas ha scritto anche due libri: "L'Assedio della Natività" con Marc Innaro e Giuseppe Bonavolontà (2002) e "Dall'assedio della Natività all'assedio della città - Betlemme 2002-2012.

“Riguardo al rischio di una corsa al riarmo in Europa, riteniamo che l’Ue e i suoi Stati membri dovrebbero impegnarsi in modo responsabile e collaborativo in materia di sicurezza, sviluppando mezzi di difesa europei nell’ambito di un approccio integrale, che prenda in considerazione anche lo sviluppo umano, la giustizia e la cura del Creato. Ciò dovrebbe essere realizzato garantendo, al contempo, un rigoroso controllo pubblico – del parlamento Ue e dei parlamenti nazionali – sulla conformità ai principi di proporzionalità e adeguatezza, sul rispetto del diritto internazionale, dei diritti umani e degli standard etici”. 

“L’Italia si muove per la pace”. In un messaggio inviato al capo di Stato Maggiore della Difesa, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone in occasione della Festa della Repubblica, il presidente Sergio Mattarella ha voluto direttamente fare riferimento alla Guerra che ormai da 99 giorni si consuma in Ucraina. 

Torna la cerimonia della Festa della Repubblica del 2 giugno e i sindaci tornano ad aprire la parata lungo via dei Fori Imperiali. Il presidente di Anci: “La presenza in prima fila dei sindaci con la fascia tricolore è il simbolo dell’impegno degli 8 mila Comuni italiani quale ‘prima linea’ istituzionale e tessuto connettivo del Paese, come li ha definiti il presidente Mattarella”