Acqua, risorsa scarsissima. Di acqua, in Italia, ce n’è sempre più bisogno. E ce n’è sempre meno

Dopo un inverno mai così secco, è arrivata una primavera che ha dato poco di quanto promesso.

Acqua, risorsa scarsissima. Di acqua, in Italia, ce n’è sempre più bisogno. E ce n’è sempre meno

Poco più di un centesimo per dieci litri di acqua perfettamente potabile. Questa è la cifra che grossomodo si paga in molte parti d’Italia per l’acqua che esce dal rubinetto; cifra che raddoppia per gli oneri di smaltimento e depurazione, ma sempre irrisoria rimane.

Costasse come la benzina – che ha raggiunto ormai i livelli di un buon vino Doc – la centellineremo come merita. Perché di acqua, in Italia, ce n’è sempre più bisogno. E ce n’è sempre meno.

Dopo un inverno mai così secco, è arrivata una primavera che ha dato poco di quanto promesso: marzo e aprile sono i mesi più piovosi, ma di pioggia se n’è vista poca e ormai l’andazzo va avanti da anni. Con il risultato che le montagne non erano innevate, e non ci sono nevi quindi in scioglimento. Che gli invasi sono ai minimi storici un po’ ovunque, e i grandi laghi del Nord pure. Che i fiumi sono la versione anoressica di quel che erano: il Tagliamento e il Piave dei rigagnoli tra i sassi, l’Adige è così basso che emergono fortificazioni dimenticate nei secoli, il Po fa pena, e così via.

Attenzione: invasi e fiumi danno da bere anche a noi umani, una volta depurate le acque. Soprattutto, danno da bere a campagne che sembrano sempre di più una fotocopia israeliana: verdi laddove c’è irrigazione, steppose appena attorno. Con il conseguente calo di produzioni, cosa che quest’anno non ci vuole proprio.

Infine, l’ulteriore danno che sa di beffa: le dighe senz’acqua non funzionano, niente energia idroelettrica, più elettricità generata dalle centrali alimentate a metano venduto dal signor Putin. A prezzi stratosferici, mentre l’idroelettrico è praticamente gratis.

Ecco un bel capitolo di spesa da affrontare grazie ai fondi del Pnrr: la creazione di nuovi invasi, la modernizzazione di acquedotti che… fanno acqua da tutte le parti (un terzo viene disperso), la creazione di nuove reti di irrigazione più capillare e meno quantitativa, l’incentivo a edificare con criteri che consentano il recupero dell’acqua piovana e la diversificazione dell’acqua a seconda dell’utilizzo.

I posteri racconteranno con stupefatta ironia, in un mondo in cui la risorsa più preziosa sarà sempre di più l’acqua, di come noi utilizzassimo quella potabile per lo sciacquone del water. Una cosa che già desta molto stupore nelle popolazioni del Sahel o dell’Asia centrale…

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Fonte: Sir