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"Durante il confronto che si è da poco concluso a palazzo Chigi tra il presidente Conte, i ministri Gualtieri, D'Incà e il sottosegretario Fraccaro da un lato e i leader delle forze di opposizione Salvini, Meloni, Tajani, il presidente Conte non ha escluso affatto la possibilità di adottare misure più restrittive, ove necessarie"

Dall’estero hanno subito parlato di 60 milioni di italiani bloccati per il coronavirus Covid-19. Ma basta aprire la finestra del salotto per rendersi conto che anche dopo il varo del provvedimento “Io resto a casa”, l’Italia è tutt’altro che ferma. Ha giustamente rallentato i suoi ritmi di vita, come richiesto dalle autorità governative. Che oggi fanno chiarezza su tutto ciò che è possibile o meno fare da cittadini responsabili, collaborativi, attenti alla propria e all’altrui salute

Nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus sul territorio nazionale il Dipartimento della Protezione Civile informa che al momento 8.514 persone risultano positive al virus.

L'epidemia che sta mettendo in ginocchio Cina, Italia e diversi altri Paesi si sta lentamente diffondendo in America Latina, dove i sistemi sanitari sono meno attrezzati. Le preoccupazioni di un esperto venezuelano. Mentre Feliciano Reyna, fondatore dell’ong Acción Solidaria, avverte che l’eventuale diffusione del coronavirus si aggiungerebbe a una situazione già compromessa sotto vari punti di vista: medico, nutrizionale, alimentare, educativo

Con l'ultimo dpcm sottoscritto la sera 9 marzo dal presidente del Consiglio dei ministri, le misure restrittive già applicate per la Lombardia e le 14 province del nord vengono estese a tutto il territorio nazionale. I nuovi provvedimenti entrano in vigore a partire da oggi e avranno efficacia fino al 3 aprile. Il provvedimento in Gazzetta ufficiale

“Tempo non ce n’è. I numeri ci dicono che stiamo avendo una crescita importante dei contagi, delle persone ricoverate in terapia intensiva e subintensiva e anche delle persone decedute. Le nostre abitudini vanno cambiate ora: dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia, dei nostri cari, dei nostri genitori, dei nostri nonni. Lo dobbiamo fare subito e ci riusciremo solo se tutti collaboreremo e ci adatteremo subito a queste norme più stringenti”.

Lavoro e impresa restituiscono più densità all'economia. Favoriscono il rapporto fra le persone e la tenuta dei territori dove operano. L'esplosione del coronavirus, che ha già provocato vittime e gravi danni, aumenta il rischio di nuove povertà e precarietà. Lo hanno ricordato gli analisti dell'Ocse (Organizzazione cooperazione sviluppo economico) in queste ore: il confine fra precarietà economica e povertà, anche nei Paesi industrializzati, potrebbe spostarsi in caso di choc prolungato di tre mesi

«Nostro malgrado, abbiamo dovuto prendere atto, che il buon senso che spesso abbiamo chiesto, non solo non c’è stato, ma in alcuni casi ci sono state operazioni di pubblicità e marketing a dir poco vergognose. Mi riferisco all'Abetone che ha invitato gli studenti, con le scuole chiuse, ad andare in montagna. Una speculazione assolutamente vergognosa e fuori luogo». Così il Ministro per gli Affari regionali e le autonomie Francesco Boccia ha spiegato la decisione presa in accordo con Regioni e Governo.