Carcere, i garanti dell’Emilia-Romagna: “Perse vite umane nelle rivolte: è emergenza”
In una nota congiunta, i Garanti territoriali dei detenuti dell’Emilia-Romagna intervengono sulla situazione delle carceri della regione: “Fermare i disordini, prima che le conseguenze si aggravino tragicamente”. La rivolta, intanto, prosegue in Dozza: auto bruciate e zone devastate
BOLOGNA – “La situazione che si è consumata a Modena con la tragica perdita di vite umane e che ancora si sta consumando in alcuni istituti penitenziari emiliano-romagnoli è gravissima. Per ora, è questa l'emergenza”: esordisce così la nota congiunta dei Garanti territoriali dei detenuti dell’Emilia-Romagna (Emilia-Romagna, Bologna, Ferrara, Parma e Piacenza). “A Bologna, da quanto viene riferito, è parte attiva della rivolta un certo numero di persone detenute che ha preso possesso di sezioni detentive (e di ambulatori medici) con pesantissime conseguenze che non si è ancora in grado di quantificare. Nello stesso tempo bisogna evidenziare con forza che un numero consistente di persone detenute ha inteso adottare un comportamento responsabile, non partecipando ai disordini”.
“Non è questo il tempo di interrogarsi in merito a eventuali profili che possano aver contribuito a far degenerare la situazione, ma s'intende ora lanciare un deciso e accorato appello per l’interruzione dei disordini, prima che le conseguenze si aggravino tragicamente – si legge, e aggiungono –. Resta ovviamente centrale la questione delle misure di prevenzione del contagio da Covid-19 da assumere nel contesto penitenziario rispetto alle quali dovrà essere veicolata una corretta e puntuale informazione nei confronti delle persone detenute e la relativa adeguata possibilità di comunicare con i congiunti. Pare anche opportuno iniziare a valutare iniziative per l’adozione di misure di sostegno per le persone detenute indigenti affinché abbiano aiuti economici per contattare le famiglie”. In chiusura di nota, la vicinanza agli operatori dell’amministrazione penitenziaria, delle forze dell’ordine e dell'Ausl.
Nella Casa circondariale Rocco D’Amato, intanto, le proteste vanno avanti. Alcuni detenuti sono ancora sui tetti e non vogliono trattare. Dopo la prima notte di scontri, alcune zone del carcere risultavano devastate. Tre macchine delle forze dell’ordine, utilizzate per bloccare le uscite, sono state date alle fiamme. “I detenuti ci hanno insultato e lanciato qualsiasi cosa, anche pezzi metallici di alcune decine di chili dal terzo piano – raccontano gli agenti penitenziari usciti questa mattina –. Ci hanno mandato a casa a riposare un paio d’ore. In questo caos, però, un aspetto lo vogliamo sottolineare: l’area penale e la sezione femminile, oltre a qualche settore del giudiziario, hanno scelto di non prendere parte alla rivolta. Questo ci lascia ben sperare”.
Ambra Notari