Solidarietà, nasce l’emporio. Ad Este, nella parrocchia di Santa Tecla, gestito dalla Caritas, per le famiglie in difficoltà
Aperto a Este, dalla parrocchia di Santa Tecla, è gestito dalla Caritas e permette alle famiglie difficoltà di fare la spesa gratis. Prezioso, per il progetto, il lavoro di sinergia con il territorio
I prodotti ben allineati sugli scaffali, i carrelli all’ingresso, le borse pronte a essere riempite. Proprio come un supermercato, sì, ma solidale perché qui le persone in difficoltà possono fare la spesa gratis, accolte dai volontari della Caritas. Niente più pacchi spesa ricevuti “a scatola chiusa”, ma prodotti scelti in base alle esigenze del proprio nucleo familiare, spendendo punti anziché denaro. A Este, la parrocchia di Santa Tecla ha inaugurato l’Emporio della solidarietà, nuova realtà di riferimento per le famiglie in situazione di bisogno residenti in città e nelle parrocchie vicine.
Il taglio ufficiale del nastro è avvenuto mercoledì 12 maggio al mattino, nella sede di piazza Santa Tecla, proprio di fronte al Duomo. E se l’inaugurazione ha imposto una partecipazione ridotta a causa della pandemia, la comunità ha potuto comunque visitare l’emporio domenica scorsa, dopo la messa. Attualmente è aperto quattro giorni al mese e garantisce un approvvigionamento a 150 famiglie, per un totale di circa 500 persone: il numero di richieste è aumentato con la pandemia.
L’emporio è in realtà il ganglio di una rete ben più ampia, volta a promuovere maggiori livelli di autonomia dei nuclei familiari seguiti. Il progetto, finanziato dalla Regione Veneto, prevede un lavoro di rete con i soggetti del territorio: dalle istituzioni alle realtà produttive e commerciali della zona così da raccogliere le eccedenze alimentari che altrimenti andrebbero sprecate. Parecchi supermercati e aziende agricole hanno già aderito. Grazie alla loro generosità, a quella dei cittadini e alle forniture dell’associazione Banco alimentare Veneto, l’emporio offre generi alimentari, beni di prima necessità e prodotti per la cura della persona e della casa. «Riusciamo a garantire una spesa quasi completa. Ci stiamo attrezzando anche per frutta e verdura fresca» spiega Laura Saggiorato, responsabile del progetto.
Ma come funziona l’emporio? A ogni famiglia viene assegnata una tessera a punti, ricaricata mensilmente, con cui fare la spesa. Sugli scaffali, i cartellini non indicano il prezzo ma il punteggio assegnato a ogni singola merce. «Il fatto di poter scegliere rende responsabili e protagoniste le persone» spiega il parroco don Franco Rimano. Alla “cassa” poi si salda il conto scalando i punti.
Accanto al sostegno materiale, l’emporio propone percorsi di formazione e inclusione. «Il bisogno non è soltanto alimentare: ci sono tante altre necessità. Tra le famiglie e i volontari si crea un rapporto di condivisione e amicizia, riscoprendo il senso vero della carità» spiega don Rimano. «Ci teniamo moltissimo all’ascolto. Tutte le storie meritano la massima attenzione» aggiunge Saggiorato – Allestire l’emporio in piena pandemia non è stato facile ma il risultato ci ripaga di tutta la fatica».