La dirigente scolastica. La vera didattica? Quella in presenza
Francesca Mazzocco, dirigente scolastica dell’istituto comprensivo di Rubano, si è trovata come tanti altri colleghi in mezzo a un ciclone.
Come siete riuscite a organizzarvi di fronte a questa emergenza?
«L’istituto scolastico ha subito attivato strumenti come le aule virtuali e altri. L’impegno è stato quello di confrontarsi e condividere le modalità più adeguate in base alle necessità degli alunni. La risposta dei docenti, ai quali va il mio ringraziamento, è stata ampia, generosa e tempestiva. Tuttavia se c’è una cosa chiara a tutti è che, per natura, condizioni, limiti oggettivi, la didattica a distanza (dad) non può, né potrà mai essere, il corrispondente di quella in classe. Il contatto e la relazione restano fondamentali in un processo di apprendimento».
Qual è la risposta di alunni e famiglie?
«Alunni e genitori hanno risposto positivamente. La rete di collaborazione con i rappresentanti di classe è stata di grande aiuto. Forte anche la solidarietà tra genitori, attenti e sensibili nei confronti gli uni degli altri, così come tra genitori e docenti. Si sono rafforzati i legami positivi già esistenti. La didattica a distanza ha confermato quanto possa fare la differenza la presenza di un genitore attento alla vita scolastica e alla crescita dei propri figli. Inoltre ha accentuato la differenza di opportunità che sussistono fra chi possiede diversi dispositivi elettronici (tablet, pc, notebook), o anche una connessione internet. La dad ha avvicinato gli alunni alla scuola tramite un “linguaggio” che sentono più proprio».
Come ci si prepara alla ripresa della scuola in questo clima di incertezza?
«Al momento non si hanno prospettive di ritorno a scuola. Prevale la stanchezza per il prolungarsi della situazione: questo lo si percepisce sia tra i genitori, tra i docenti, tra i ragazzi stessi, tra tutto il personale».
Come vede la situazione dopo un mese di dad?
«Ho potuto conoscere più da vicino la situazione di molte famiglie, alcune delle quali a volte in condizioni di incertezza e solitudine. E sono molte più di quello che si pensi. L’isolamento e l’ansia hanno accentuato alcune forme di fragilità. Penso alle famiglie numerose, con alunni certificati, oppure composte da un unico genitore, a cui si sono aggiunte difficoltà economiche o lavorative. Si rende necessaria anche la formazione dei nostri docenti sugli strumenti, insieme a una riflessione sulla didattica a distanza. Gli studenti sono sollecitati a fare un grande salto: da “studio per il voto, altrimenti mi bocciano” a “studio per me stesso, per il mio percorso di vita, per la mia crescita”. Tutti sono chiamati a fare delle scelte consapevoli, definire delle priorità, prendere in mano la propria vita».