La storia di San Giovanni di Valdobbiadene
San Giovanni, fino a epoca recente conosciuto come "San Giovanni di Bigolino, viene citato per la prima volta alla metà del Quattrocento. Divenuto curazia autonoma nel 1923, pochi anni dopo si arricchì di una nuova chiesa elevata a parrocchiale nel 1951.
L’oratorio di San Giovanni viene citato già nella visita pastorale del 1456 e ricompare durante quella del 1571 del vescovo Nicolò Ormaneto.
In quell’occasione l’oratorio, posto “in un luogo detto la Fornace ovvero Chiusure sotto la curazia di Bigolino”, aveva un solo altare e una campana.
Nel 1587 la chiesa di “San Giovanni de Riveria” era retta dagli uomini del comune, grazie a una concessione del vescovo Federico Corner.
La situazione risulta immutata fino al secolo scorso, quando la visitò nel 1816 il vescovo Dondi dell’Orologio, che ne riporta la titolazione alla Natività di Giovanni battista.
Solo dopo il restauro, nel 1858 la chiesa venne dedicata al martirio del santo e divenne curazia autonoma il 2 gennaio 1923.
La popolazione richiese presto una chiesa più grande, che fu agibile già nel 1926.
Dedicata alla decollazione di san Giovanni battista, venne elevata a parrocchiale con decreto vescovile nel 1951. Recentemente la dizione “San Giovanni di Bigolino” è stata mutata in “San Giovanni di Valdobbiadene”. Il campanile è curiosamente noto per la sua “bassa-altezza”.