Le opere d'arte di Guizza
Le opere d'arte di Guizza
La cappella invernale della chiesa della Guizza conserva al suo interno una pala d’altare eseguita tra il 1640 e il 1650. Raffigura, nella zona superiore, la Madonna con Gesù Bambino attorniata da cherubini e putti alati, mentre nel registro inferiore trovano posto il beato Felice da Cantalice, un angelo, e, in basso a sinistra, il ritratto del committente raffigurato nell’atto di pregare. Si tratta, con tutta probabilità, del nobile padovano Evangelista Zagaglia che fece erigere l’oratorio dei Santi Angeli custodi, in cui era collocato in origine il dipinto, tra il 1630 e il 1640. Lafigura di Felice Porro, che nacque a Cantalice, presso Rieti, nel 1515, è legata a quella di san Filippo Neri. Contadino fino a trent’anni, entrato nell’ordine dei Cappuccini, Felice si trasferì a Roma diventando questuante, da tutti soprannominato “frate Deo Gratia” per la risposta che dava a chiunque, sia che facesse o no l’elemosina. Stimato da san Filippo Neri che si rivolgeva a lui per consigli, morì nel 1587 e fu canonizzato nel 1712.
Le 14 finestre, realizzate con vetro colorato, cotto a fuoco e legato a piombo, dalla bottega di arte vetraria Scolari, portano la firma dell’artista padovano Fulvio Pendini che le disegnò nel 1960, quando aveva 53 anni. Esse rappresentano le stazioni della via Crucis. La poetica di Pendini, di cui è stato ricordato il centenario della nascita con una grande mostra agli Eremitani, parte da un classicismo neogiottesco per approdare a una rappresentazione stilizzata di matrice medievale ben riconoscibile anche nelle opere della chiesa della Guizza. Il paliotto dell’altare maggiore è opera a bassorilievo di un altro importante artista padovano, Amleto Sartori, e s’intitola Quattro angeli custodi sorreggono il modello della chiesa.