C’è tutta la comunità attorno alla “Santa”
Ormai sono così numerosi che, per facilitare la conoscenza reciproca e le relazioni, nei mesi scorsi hanno creato un album di figurine vendute non solo in patronato, ma anche in edicola e nel bar di fronte alla chiesa, e andate a ruba. Loro sono la grande famiglia dell’Us Sant’Agostino di Albignasego, che negli ultimi anni è arrivata a contare circa trecento atleti e che può contare ora su un nuovo campo di gioco che si inaugura sabato 27.
Ormai sono così numerosi che, per facilitare la conoscenza reciproca e le relazioni, nei mesi scorsi hanno creato un album di figurine vendute non solo in patronato, ma anche in edicola e nel bar di fronte alla chiesa, e andate a ruba.
Loro sono la grande famiglia dell’Us Sant’Agostino di Albignasego, che negli ultimi anni è arrivata a contare circa trecento atleti – duecento nel calcio, gli altri nella pallavolo – e una cinquantina tra dirigenti, tecnici e accompagnatori. Più il parroco, don Stefano Margola, che segue le partite della prima squadra, iscritta al campionato di Seconda categoria, direttamente dalla panchina.
Perché, se altrove il rapporto tra campanile e campo è, non di rado, conflittuale o addirittura ormai venuto meno, qui l’identità è rimasta piena.
Al punto che “Santa” – il nome con cui familiarmente era chiamata la squadra di calcio – è passato a indicare anche la parrocchia.
«La società sportiva rappresenta un versante primario della pastorale ordinaria della nostra comunità cristiana» conferma don Margola.
A sostenere la crescita dell’Us Sant’Agostino, e con essa il suo ruolo nella parrocchia, arriva ora un nuovo campo di gioco, con la certezza che anche un terreno di plastica potrà dare buoni frutti.
Il campo da calcio, infatti, è stato ammodernato con la posa di un manto erboso sintetico e altre migliorie.
L’inaugurazione è in programma sabato 27 e domenica 28 maggio con una festa dello sport, aperta da due tornei triangolari per le categorie under 6 e under 8 con i pari età di Real Padova e San Giacomo. A seguire la messa e la tradizionale cena di fine stagione per le famiglie. Domenica mattina tutti gli atleti del Sant’Agostino sono invitati alla messa e alla benedizione del campo; nel pomeriggio un altro torneo e un momento conviviale.
Il rifacimento del manto di gioco è stato finanziato dal comune, che ha acquisito dalla parrocchia il diritto d’uso dell’impianto e si è impegnato alla sua manutenzione ordinaria e straordinaria. Il campo sarà comunque gestito dalla società sportiva, che ne potrà usufruire insieme alla parrocchia.
«Il rinnovamento dell’impianto – spiega il presidente dell’Us Sant’Agostino, Enrico Dainese – rappresenta un grande salto di qualità perché ci dà la possibilità di far allenare sempre le squadre all’aperto, mentre finora avevamo difficoltà a reperire spazi, specie nei mesi invernali. È un bell’esempio di sinergia con l’amministrazione comunale, per questo l’inaugurazione meritava due giorni di festa speciali».
Oltre a sopportare meglio un uso intensivo, il campo sintetico libera dalle incombenze della manutenzione forze, tempo e risorse che potranno essere dedicate ad altre attività: «Penso ad esempio a tornei nel mese di maggio per prolungare l’attività agonistica, e non solo gli allenamenti, fino al termine dell’anno scolastico – commenta Andrea Favaron, responsabile del settore giovanile del Sant’Agostino e organizzatore della festa.
L’obiettivo principale della nostra società, infatti, è fare in modo che il centro parrocchiale continui a essere un punto di riferimento per l’aggregazione di bambini e ragazzi del quartiere. Ci teniamo sia perché è importante per la loro crescita ed educazione sia per dare alle famiglie la serenità di sapere che i figli trascorrono il tempo libero in un luogo sicuro e qualificato».
I due dirigenti, e con loro don Margola, sottolineano con orgoglio il carattere ancora prettamente parrocchiale della società sportiva.
Nata nel 1973, tre anni dopo l’istituzione della parrocchia, nel corso della sua storia l’Us Sant’Agostino ha visto crescere, parallelamente al numero degli atleti, la consapevolezza di essere una componente importante della comunità cristiana.
Il presidente Dainese cita in proposito il Patto associativo del 2006, nel quale la società sportiva è riconosciuta come «un tratto del volto della comunità parrocchiale».
«Essa – si legge ancora – esprime e reinterpreta la comunità cristiana attraverso l’originalità che le è propria: quella dello sport. Non si tratta di due entità distinte che si sopportano reciprocamente: è sempre la parrocchia, che continua la sua missione di annuncio del vangelo e di promozione umana. In questo caso la realizza attraverso le persone e le strutture dello sport, avvolgendole con il suo stile e nello stesso tempo lasciandosi educare dalla realtà positiva e provocante dello sport».
Belle parole, che non restano solo tali ma trovano piena attuazione nella vita di tutti i giorni.
«La società sportiva – prosegue Dainese – dialoga con le altre componenti della comunità all’interno del consiglio pastorale e opera in piena sinergia nel cammino dell’iniziazione cristiana. È stata destinata una figura ad hoc per la formazione di tecnici e dirigenti affinché vivano e incarnino sempre uno stile di servizio e gratuità attraverso il linguaggio sportivo. Un segno di gratuità è, ad esempio, il potenziamento del torneo estivo di calcio a 5 organizzato in collaborazione con gli educatori di Azione cattolica, alle cui attività sono destinati i proventi. Il parroco, poi, si occupa della formazione spirituale e ha realizzato per gli atleti della prima squadra un percorso di accostamento alla Parola di Dio basato sul metodo dei centri di ascolto».