Anche tra i palazzi più belli si nascondono tante povertà
Quella di Sant’Agostino è stata la prima parrocchia di Albignasego ad attivare, lo scorso gennaio, un gruppo Caritas. Ai servizi di compagnia, assistenza e accompagnamento si vorrebbe aggiungere, appena l’esperienza e le forze lo consentiranno, anche uno sportello d’ascolto.
Quella di Sant’Agostino è stata la prima parrocchia di Albignasego ad attivare, lo scorso gennaio, un gruppo Caritas.
Negli ultimi anni il comune della cintura cittadina ha conosciuto un grande sviluppo. Sono sorti numerosi complessi residenziali, anche di pregio, dove si sono stabilite molte giovani famiglie.
Eppure anche in questo luogo così ordinato e apparentemente benestante si manifestano bisogni e richieste di attenzione. E la comunità cristiana ha deciso di provare a dar loro delle risposte.
Ci sono persone che hanno perso il lavoro e anziani soli che, in mezzo a tanta gioventù, rischiano di essere ancora più invisibili.
«Premetto che l’amministrazione comunale è presente rispetto alle situazioni di fragilità e noi stessi operiamo in stretto contatto con l’assistente sociale – spiega Giuseppe Fioriello, referente della Caritas parrocchiale – Albignasego è un centro ricco, ciononostante i casi di disagio, specie tra gli anziani, sono in aumento e per questo abbiamo deciso di scendere in campo anche noi».
Una delle caratteristiche del nuovo gruppo Caritas, composto da oltre venti persone di diverse età, è proprio quella di non rimanere chiuso nei “palazzi” della parrocchia, limitandosi a distribuire viveri e indumenti.
«Il parroco ha voluto darci fin da subito un’impostazione diversa, invitandoci a uscire per le strade e le case, cosicché diventi ancora più facile trovarci e rivolgersi a noi. Don Margola ha individuato alcune situazioni di particolare fragilità ed è su di loro che si stanno concentrando le nostre attenzioni. Ad esempio, quasi tutti i giorni andiamo a trovare una famiglia di anziani segnata da gravi problemi di salute e disabilità. Due volte alla settimana portiamo un ragazzo disabile a fare le terapie in piscina».
A questi servizi di compagnia, assistenza e accompagnamento si vorrebbe aggiungere, appena l’esperienza e le forze lo consentiranno, uno sportello d’ascolto.
Finora il bilancio di questa nuova esperienza è positivo: «Come volontari non ci siamo trovati impreparati, prima di cominciare abbiamo ovviamente seguito una specifica formazione. Non ci sono state sorprese negative o fatiche inattese, semmai ci sentiamo molto gratificati dalle continue manifestazioni di riconoscenza che ci esprimono le persone che assistiamo. Anche la comunità parrocchiale ha risposto bene. L’avvio della Caritas è stato molto pubblicizzato, cosa che ci ha permesso di raccogliere alimenti e vestiario in abbondanza e così è stato anche per gli appelli successivi».