Otto giovani dal Bangladesh a Conselve
Arrivati prima di Natale, i giovani bangladesi vivono in una struttura dei padri Canossiani data in affitto alla cooperativa che li segue. Studiano italiano in patronato e si stanno integrando nella comunità, anche grazie all’impegno di un infermiere che è stato in passato volontario nel loro paese. Nei giorni scorsi l'incontro col consiglio pastorale e con i giovani di Azione cattolica.
Si chiamano Monir, Shadve, Sumon, Podir, Lias, Mohiuddin, Sadik, Johirulislam
Sono gli otto giovani di età compresa tra i 18 e 23 anni, provenienti dal Bangladesh, che da prima di Natale sono ospiti della parrocchia di Conselve: alloggiano in una struttura di proprietà dei padri Canossiani, che l’hanno messa a disposizione a un affitto di favore alla cooperativa Now, che li segue.
«Abbiamo dato risposta all’appello di papa Francesco di qualche mese fa e, dopo un periodo di discernimento, siamo giunti a questa esperienza di accoglienza» spiega l’arciprete mons. Luciano Danese.
«Siamo solo all’inizio – gli fa eco Gianna Doro Zambolin, vice presidente del consiglio pastorale parrocchiale – ma per questi giovani, che qualche settimana fa sono venuti a presentarsi in consiglio pastorale, stiamo pensando a iniziative di coinvolgimento e collaborazione, una volta che avremo dato loro la possibilità di ambientarsi e apprendere i primi rudimenti della lingua italiana».
Monica Ruffato è la coordinatrice del progetto della cooperativa Now, che ha sede proprio a Conselve e alle cui cure sono affidati i giovani
«In questi primi mesi, i giovani, che sono richiedenti asilo in attesa di sapere se la loro richiesta verrà accolta, sono impegnati nello studio della lingua italiana, che viene loro impartito all’interno del patronato canossiano; i nostri operatori li seguono alcune ore del giorno, mentre per i pasti i ragazzi preferiscono quasi sempre preparare dei cibi tipici della loro terra».
Un ruolo importante è svolto anche da Adriano Visione, giovane conselvano infermiere al pronto soccorso di Padova, che in Bangladesh ha svolto esperienza di volontariato in campo sanitario promuovendo campagne di vaccinazione e cura, soprattutto nei confronti dei senza casta.
Durante i soggiorni nel paese asiatico ha appreso abbastanza bene la lingua e si è messo a disposizione della comunità per fare da tramite con i giovani bangladesi, soltanto alcuni dei quali sanno parlare un po’ di inglese.
Proprio Adriano qualche settimana fa ha accompagnato gli otto giovani a fare la conoscenza con un gruppo di coetanei conselvani, che frequentano il gruppo giovani di Azione cattolica.
«I ragazzi erano stati preparati all’incontro con i giovani migranti, ma senza dir loro che i bangladesi erano i protagonisti della serata – spiega il cappellano don Alberto Sonda – ci siamo limitati ad annunciare un appuntamento speciale chiedendo di portare un regalo da fare a un loro coetaneo».
«All’inizio della serata abbiamo svelato il mistero e impacchettato i doni – aggiunge l’animatrice Silvia Destro – L’atmosfera che si è creata è stata davvero positiva, nonostante la difficoltà della lingua: il fatto di essere coetanei ha sicuramente reso tutto più semplice: li abbiamo ascoltati nella spiegazione seppure sommaria delle loro storie».
Secondo padre Ramil, giovane canossiano filippino, «i giovani bengalesi, che già conosco perché li vedo in patronato per il corso di lingua italiana, hanno accolto con piacere l’invito fatto dal gruppo giovani, recependolo come una modalità di accoglienza della comunità cristiana di Conselve; né ha rappresentato un problema il fatto che siano di fede musulmana, perché comunque quello che loro praticano è un islam moderato intriso di cultura induista».
Contenta dell’incontro anche suor Nadia Drago, canossiana e animatrice del gruppo: «Ho avuto modo di conoscere giovani in gamba disposti a rischiare la vita per un futuro migliore per loro e le loro famiglie, giovani che desiderano integrarsi e vivere pacificamente e che sono stati accolti dai nostri ragazzi senza pregiudizi, ma con gioia e interesse».