Yasmine e Falak sono in Italia. Al via il corridoio umanitario di Sant’Egidio
Sono arrivate giovedì a mezzogiorno a Fiumicino le prime due profughe siriane grazie al progetto di canale umanitario per i profughi della Comunità di Sant’Egidio, della Federazione delle Chiese evangeliche e della Tavola Valdese. “Previsto il rilascio di visti umanitari a territorialità limitata all’Italia. Ci faremo carico dell’integrazione”.
È il Terminal 3 di Fiumicino ad inaugurare il primo canale umanitario per i profughi che fuggono da contesti di guerra verso l’Europa.
L’aereo con a bordo la mamma siriana Yasmine con sua figlia Falak, infatti, segna un primo passo importante verso l’apertura di canali umanitari sicuri per i migranti nel contesto europeo. “L’idea di aprire un canale nuovo è una novità assoluta che fa anche onore al nostro paese – spiega uno dei responsabili del programma dei corridoi umanitari della Comunità di Sant’Egidio, Cesare Zucconi, dal Terminal di Fiumicino – Speriamo che questo progetto incoraggi altri paesi e altre organizzazioni a fare lo stesso”.
Mille, in totale, gli arrivi previsti attraverso questo canale a cui hanno lavorato oltre alla Comunità di Sant’Egidio anche la Federazione delle Chiese evangeliche e la Tavola Valdese.
L’accordo con il ministero degli Esteri e dell’Interno è stato firmato lo scorso 15 dicembre, ma l’apertura del canale è il frutto di un lungo lavoro. “E’ stata una trattativa anche lunga che però ha portato a questo risultato positivo – racconta Zucconi – L’idea nasce dal non poter assistere a questi spettacoli della morte nel Mediterraneo, sulle nostre coste italiane, su quelle greche o turche e creare un canale alternativo, in sicurezza per persone che fuggono dalla guerra, da situazioni estremamente difficili o anche dal Libano stesso, dove vivono in condizioni precarie e molto dure”.
A Yasmine e a sua figlia Falak, spiega Zucconi, è stato riconosciuto un visto umanitario che però è valido solo per l’Italia. E così sarà anche per gli altri che verranno.
“Inizialmente – aggiunge Zucconi – il corridoio prevede il rilascio di visti umanitari a territorialità limitata, quindi solo per l’Italia per un primo contingente di mille persone dal Libano, dal Marocco e l’anno prossimo anche dall’Etiopia. Riguarderà nazionalità diverse: siriani prevalentemente dal Libano, delle nazionalità dell’Africa subsahariana e occidentale per quanto riguarda il Marocco e dall’Etiopia ci sarà una particolare attenzione all’Eritrea”. Zucconi, però, precisa: “Non è un’apertura al buio. Sono persone già identificate all’origine. Sono persone che vengono identificate e sulle quali c’è stata già una verifica”.
I primi a poter utilizzare questo canale, aggiunge Zucconi, saranno i più vulnerabili, come nel caso di Yasmine e Falak.
“Questa è una famiglia con una situazione particolarmente: la bambina ha bisogno di cure urgenti”. Gli altri, continua, saranno “selezionati secondo un criterio di particolare vulnerabilità: dai malati, donne in situazioni difficili, disabili, provando anche a mantenere insieme i nuclei familiari. Si tratta di persone che non sarebbero sopravvissute a questo viaggio e che hanno meno possibilità di altri di affrontarlo”.
Ad accogliere i primi due siriani la stessa Comunità di Sant’Egidio, ma l’accoglienza sarà diffusa in tutta Italia e sarà assicurata anche dalla Federazione delle Chiese evangeliche, dalla tavola Valdese e in parte anche dalla Comunità Papa Giovanni XXIII.
“Non saranno accolti solo a Roma – precisa Zucconi – ma saranno distribuiti in varie parti del territorio italiano. Ci faremo carico di tutto. Non solo dell’accoglienza, ma anche di tutto il percorso di integrazione. Dalla scolarizzazione dei bambini, alla questione del riconoscimento dello status di rifugiato, al problema della salute”.
È presto, infine, per azzardare ipotesi di canali anche in altri paesi.
Ma la speranza, conclude Zucconi, è che possa essere un “grande successo” che possa aprire nuove strade sicure per i rifugiati.