"La pietra scartata": anche nella disabilità c'è un senso
Giovedì 23 marzo, dalle 20.45 al teatro dell'Opsa di Rubano, torna l'appuntamento con "La pietra scartata" che quest'anno racconta la storia musicale di Alessia Ghezzi e della sua famiglia e la determinazione contro il superamento della fragilità di Piergiorgio Cattani.
Filololò è una figura letteraria, ma anche una ragazza di trent’anni in carne e ossa, una musicista raffinata con un archivio sonoro in testa che spazia da Bach ai Queen.
Filololò è Alessia, con il suo cervello “irregolare”, che papà Paolo Ghezzi e mamma Emanuela Artini qualche anno fa hanno voluto far conoscere attraverso le pagine di un libro (Filololò rema nell’aria, Erikson 2015, pp 200, euro 15,00), narrando la sua vita colorata di musica contro l’indifferenza e il compatimento e spiegando un senso a ciò che significato – all’apparenza – sembra non avere.
È dunque la storia di Alessia e della sua famiglia musicale a essere “La pietra scartata” scelta per giovedì 23 marzo, dalle 20.45 al teatro dell’Opsa, nell’ottava edizione della serata di immagini, musica e parole organizzata da fondazione Fontana, Atantmani, Impresa solidale, Opsa e Uildm, con la collaborazione di numerose realtà diocesane e non.
L’evento sarà, inoltre, impreziosito dalla musica dei giovani Curly frog & the blues bringers, di cui fa parte Samuele, il fratello di Alessia.
“La Pietra scartata” è un progetto condiviso da a un gruppo di lavoro affiatato che, condividendo le proprie sensibilità ed esperienze, anche personali, sulla disabilità, comincia mesi prima a costruire l’evento, a entrare dentro la riflessione che quest’anno è sintetizzata nel titolo “Guarigioni”.
«Per questa nuova edizione – sottolinea Luca Ramigni della fondazione Fontana – ci siamo concentrati su una famiglia che riesce a dimostrare che c’è una vita bella e piena anche in chi riesce a comunicare solo con ecolalie ed eppure canta l’indistruttibile bellezza dell’esistenza che ci è donata».
Accanto alla poesia sonora di Alessia, ci sarà spazio anche per Piergiorgio Cattani, giornalista, filosofo, editorialista per numerose testate trentine e direttore responsabile della testata digitale unimondo.org e autore, tra gli altri, di Guarigione. Un disabile in codice rosso che racconta con disincanto la sua morte mancata per un soffio, e anche di cosa significa essere un disabile ospedalizzato.
«La distrofia muscolare – continua Ramigni – non impedisce a Piergiorgio di ragionare e lavorare ogni giorno. Sebbene riconosca quotidianamente i suoi limiti, Piergiorgio tende a una guarigione che, per lui, potrebbe apparire un paradosso, vista la condizione in cui si trova. Per lui è un continuo riconoscimento dei suoi limiti, un processo continuo di conoscenza di se stesso. Ma chi non ha bisogno di operare questo cambiamento dentro di se?».
Piergiorgio Cattani insegna anche un’altra lezione fondamentale alla nostra vita, spesso fragilmente ancorata all’esteriorità. «Lui sa, e lo dice, che può esserci imbarazzo nell’incontrare la disabilità grave, come ad esempio la sua, ma afferma che dobbiamo sforzarci di andare oltre la fisicità, di vedere più in là, abituandoci a dare una chance anche alla malattia». Tutti abbiamo bisogno di suturare ferite dentro di noi, partendo dalle nostre fragilità, riconoscendole e usandole come “testata d’angolo” per la conversione della nostra esistenza. «Dobbiamo guarire dal pessimismo – conclude Ramigni – dalla paura... Abbiamo bisogno di una costante guarigione interiore che ci riconcili con la vita e con noi stessi».
“La pietra scartata” è a ingresso libero; informazioni: 334-1124645 oppure www.fondazionefontana.org