Morte dj Fabo in Svizzera: Gambino (Scienza & Vita), «rispettoso silenzio» ma no a «strumentalizzazioni ideologiche»
Alberto Gambino, giurista e presidente di Scienza & Vita accoglie con rispettoso silenzio la decisione di dj Fabo che nella mattinata di oggi ha scelto la morte in una clinica svizzera. Si scaglia però contro la strumentalizzazione che avrebbero messo in campo i Radicali per tentare di accelerare l'iter della legge sul fine vita che arriverà in Aula alla Camera a marzo. Il testo di legge licenziato dalla commissione affari sociali non contempla la possibilità del suicidio assistito.
«Rispettoso silenzio», ma no a «strumentalizzazioni ideologiche». Questo l’atteggiamento di Alberto Gambino, giurista e presidente dell’associazione Scienza & Vita, di fronte alla notizia diffusa nella tarda mattina di oggi della morte in Svizzera di dj Fabo, cieco e tetraplegico da tre anni in seguito a un incidente d’auto, accompagnato da Marco Cappato nel Paese elvetico per sottoporsi a suicidio assistito.
«Compassione e rispetto assoluti per una vicenda dolorosissima», ribadisce Gambino, ma anche un fermo no alla «strumentalizzazione ideologica del caso fatta dai radicali per tentare di accelerare l’approvazione del ddl sul fine vita pendente alla Camera». L’attuale testo, non ancora approdato in Aula, «non prevede infatti – precisa il giurista – alcuna forma di eutanasia attiva: è totalmente falso e pretestuoso collegare le due vicende affermando che una rapida approvazione del provvedimento avrebbe consentito a dj Fabio di sottoporsi al suicidio assistito nel nostro Paese senza dover "emigrare" all’estero. Questa possibilità nel ddl non esiste».
Pur non aprendo in alcun modo al suicidio assistito, l’attuale testo presenta tuttavia diversi profili problematici, prosegue Gambino. Tra questi la possibilità di interrompere l’alimentazione e l’idratazione artificiali che, chiarisce, «non costituiscono atti terapeutici, bensì presidi vitali. Se una persona non può sostenersi autonomamente, la loro sospensione non è accettabile e si configura a tutti gli effetti come una forma di eutanasia passiva, anche se – ribadisce – non sarebbe stato questo il caso di dj Fabo».
Se il testo venisse approvato nella forma attuale, avverte ancora il giurista, «farebbe inoltre passare l’idea molto insidiosa che di fronte a una disabilità complessa si possa legittimare la richiesta e la pratica eutanasica. Verrebbe insomma trasposta in una legge la convinzione, inaccettabile, che il valore e la dignità della vita in queste condizioni vengano meno».