Invecchiamento attivo, la legge passa all’unanimità
È stato approvato all’unanimità (44 voti) e sostenuto, seppur tra qualche distinguo, da tutti i gruppi il progetto di legge n. 208 di iniziativa regionale relativo alla “Promozione e valorizzazione dell’invecchiamento attivo”. Stanziati per il primo anno 800 mila euro per progetti di concerto con comuni, associazioni, cooperative, Ulss, mondo della scuola.
Il testo è stato presentato in aula da Riccardo Barbisan (Lega Nord) che ha sottolineato “l’importanza di una legge che mira a promuovere e sostenere una diversa concezione dell’invecchiamento in cui viene valorizzato al meglio la qualità della vita, assicurando sostegno all’autonomia e all’indipendenza personale oltre che un adeguato livello di salute in una società che sta conoscendo la presenza vieppiù accentuata di cittadini anziani”.
Il Veneto è sempre più vecchio
Stando alle proiezioni sui dati Istat, nel 2030 la popolazione ultrasessantaquattrenne costituirà un quarto della popolazione generale per salire di nuovo nel 2045 (31,6 per cento). Ma il forte invecchiamento del Veneto è in atto da tempo: nel 2015, su una popolazione di 4.927.596 persone, il 21,7 per cento aveva più di 64 anni e, tra di essi, il 6,4 per cento aveva più di 79 anni, mentre solo il 14 per cento ha un'età inferiore ai 14 anni.
La tendenza all'invecchiamento è visibile anche nella popolazione in età attiva, costituita da una quota maggiore di soggetti di età compresa tra i 40 e 64 anni: 1.842.696 unità, pari al 37,4 per cento della popolazione complessiva, rispetto ai soggetti di età compresa tra i 15 e 39 anni, 1.328.831 unità, 27 per cento.
In sintesi, l'indice di vecchiaia, che misura il rapporto percentuale tra il numero di ultrasessantaquattrenni e il numero di giovani al di sotto dei 15 anni di età descrivendo cosi il grado di invecchiamento della popolazione, nel 2015 è stato pari a 154,8 anziani a 100 giovani.
“Dinnanzi a questa realtà sociale e alle prospettive future la regione cerca di dare una risposta positiva e la vera sintesi di questo testo di legge – ha detto Barbisan – è anticipata dal primo comma del primo articolo: ‘La Regione riconosce e valorizza il ruolo delle persone adulte o anziane nella comunità, promuovendo la loro partecipazione alla vita sociale, civile, economica e culturale e favorendo la costituzione di percorsi per l’autonomia e il benessere nell’ambito dei loro abituali contesti di vita’ . Fondamentale in questo progetto è il concetto di formazione continua sulla scia di importi esperienze già maturate nel territorio mentre è stato rilevante e decisivo il lavoro di concertazione fatto con gli attori sociali, le forze sindacali, le realtà locali”.
Il controrelatore Claudio Sinigaglia (Pd) ha voluto rimarcare la necessità di fare il massimo per difendere “la dignità della vita perché è vero che si allunga l’aspettativa di vita, ma occorre dar vita agli anni”, concetto questo ripreso anche da Piero Ruzzante (Articolo 1-Mdp) che ha voluto sottolineare l’importanza della concertazione con le forze sociali nell’elaborazione di questa legge.
“Questa legge aiuterà a promuovere una nuova cultura della ‘terza età’ e stimolerà una diversa concezione della vecchiaia – sottolinea l’assessore al Sociale della Regione Veneto Manuela Lanzarin – Vuol essere un primo step di un diverso approccio, perché valorizzare l’apporto sociale e comunitario della terza e della quarta età consentirà di liberare energie positive per l’intera società”.
La legge sull’invecchiamento attivo supererà l’esperienza del servizio civile per anziani (la relativa legge regionale sarà abrogata) e promuoverà un programma articolato di progetti e iniziative, di durata triennale, costruito coinvolgendo associazioni, Ulss, comuni, cooperative sociali, centri servizi del volontariato, organizzazioni sindacali e del terzo settore, scuole e università, e sostenuto da contributi regionali.
“L’impegno della Regione, che stanzia per il primo anno di applicazione della legge 800 mila euro – sottolinea ancora l’assessore – testimonia la volontà di
investire in occasioni formative, progetti di comunità e rimborsi spese agli ‘over 65’ che si impegneranno in attività di utilità sociale, come nonni vigile, guide ambientali e culturali, accompagnatori di disabili o persone in difficoltà, animatori di turismo sociale, promotori di reti di volontariato e di vicinato, tutte iniziative all’insegna della sostenibilità e dell’inclusione sociale.
Non possiamo permetterci di rinunciare al contributo di partecipazione, esperienze, vitalità e competenze di un milione di veneti che hanno superato la soglia dei sessant’anni”.