Scuola cattolica, il futuro è nel mettersi in rete
Insieme per educare presenta il suo bilancio. Durante il 2015 l’impresa sociale voluta dalla diocesi ha incontrato 45 scuole su diversi fronti: gestione economica, calo di iscrizioni, gestione del personale, aspetti educativi e didattici, risvolti pastorali. Seguite anche congregazioni religiose in difficoltà economiche.
Approvato e reso pubblico il bilancio sociale di Insieme per educare.
L’impresa sociale, costituita il 19 novembre 2012, per volontà di mons. Antonio Mattiazzo, da fondazione Girolamo Bortignon per l’educazione e la scuola e fondazione Opera Immacolata Concezione, si sta confermando nel territorio diocesano come un importante interlocutore e soggetto di “primo intervento” a sostegno e supporto della scuola cattolica, in termini di problematiche relative a didattica, gestione delle risorse e problematiche amministrative.
«Siamo espressione di una diocesi e come tale ci consideriamo uno strumento a servizio e in dialogo con le diverse organizzazioni e realtà che sul territorio si occupano di scuola per sostenere la realtà parrocchiali e comunità religiose – sottolinea Maria Pia Vallo, amministratrice delegata – Le sosteniamo da due punti di vista: affiancandole nell’organizzazione, mettendo in campo prevalentemente attività di consulenza e analisi delle situazioni dal punto di vista didattico economico e gestionale, e facendole dialogare con il territorio perché si creino sinergie. Il futuro della scuola cattolica sta nel mettersi in rete».
Nel corso del 2015 Insieme per educare ha incontrato 45 scuole di diverso ordine e grado nel territorio diocesano, affrontando e raccogliendo motivazioni e problemi relativi alla gestione economica, le prospettive per il futuro in vista del calo di iscrizioni o di mancanza di personale religioso, la gestione del personale, ma attivando pure un confronto sugli aspetti educativi e didattici, sulla formazione del personale e sull’aspetto pastorale della scuola, offrendo consulenza anche per l’avvio di attività in rete con strutture limitrofe.
«Crediamo nella scuola cattolica come valore di comunità – sottolinea l’amministratrice – È vero che raggiungere un pareggio dal punto di vista del bilancio economico è una necessità, però deve sempre prevalere l’aspetto pastorale! Da qui nasce il nostro metterci a servizio e la struttura stessa dell’impresa, basata quasi esclusivamente sul volontariato, con tante realtà di professionisti altamente qualificati che collaborano con noi, che permette davvero di andare incontro alle esigenze di parrocchie e comunità religiose con un notevole abbattimento dei costi. A tutte le realtà che ci contattano o ci vengono segnalate dai vicariati, viene offerta una consulenza immediata. Abbiamo seguito anche molte congregazioni religiose in difficoltà economiche: attraverso la nostra impresa sociale hanno visto una diocesi che le sostiene e si mette loro accanto».
Nel 2015 si sono intensificati i rapporti tra Insieme per educare e i diversi uffici diocesani, in primis ufficio di pastorale per l’educazione e la scuola, il vicario episcopale per le risorse economiche, l’ufficio legale e l’economato. Preziosa la collaborazione con il vicario generale.
Tra le attività promosse, va segnalato il ruolo di mediazione tra il seminario vescovile di Padova e la ditta Refectio, per la realizzazione di un unico centro cottura, nella struttura del seminario minore a Rubano, a servizio delle realtà scolastiche presenti nella città e nella prima periferia di Padova: l’istituto Clair in città e a Selvazzano, l’istituto Barbarigo e la scuola Gesù-Maria.
«Sono stati inoltre avviati tavoli di lavoro con i comitati di gestione delle scuole dell’infanzia e percorsi di risanamento della gestione, visitato parrocchie e incontrato parroci gestori e anche organismi di comunione. Sono continuati i contatti con la fondazione Irpea e si è dato vita a un bel confronto con la Fism del Veneto».
Insieme per educare quest’anno inoltre ha avviato un percorso di formazione nel settore della gestione amministrativa e contabile delle scuole con alcuni studenti delle classi superiori e neodiplomati dell’istituto Barbarigo. «Si tratta di un percorso finalizzato all’integrazione scuola-lavoro, ma anche alla creazione futura di uno staff di supporto all’impresa sociale».