Etnofilmfest a Monselice, molto più di un festival
Apre a Monselice giovedì 2 giugno la nona edizione dell'Etnofilmfest, il festival del cinema documentario etnografico. Per la prima volta la rassegna, cresciuta e oramai "matura", dedica un interessante focus antropologico alla Cina contemporanea con eventi e artisti direttamente venuti dal paese del dragone.
Non solo cinema ma anche giornate dense di conferenze, spettacoli, laboratori, workshop che si susseguiranno dal 2 al 5 giugno a Monselice con l’Etnofilmfest, il festival del film documentaristico etnografico, diretto e ideato dal regista e antropologo Fabio Gemo. Come ogni anno da nove a questa parte, nella città della Rocca l’Etnofilm non porterà soltanto ottimo cinema indipendente per premiare i migliori documentari etnografici italiani (quest’anno ne sono giunti 200 da tutta Italia), ma offrirà anche un interessante percorso che si addentrerà dentro alla millenaria cultura cinese, alla sua arte e al suo fascino ancor oggi intramontabile.
«L’idea nasce dalla passione scaturita dal mio percorso di studi universitari – spiega Fabio Gemo – sull’area indotibetana e cinese, ma che per motivi professionali avevo abbandonato per concentrare la mia attenzione sul Sudamerica dove ho vissuto per moltissimi anni. In questo momento la Cina è uno dei paesi più forti sul fronte della cultura e sta intessendo continui scambi con l’Occidente. Vorrei che l’Etnofilm aiutasse a uscire dai soliti stereotipi, mostrando il volto ricco e multiforme di un popolo che sa elaborare ancor oggi interessanti contenuti sociali, culturali e antropologici».
Ritornando al concorso sono dieci i documentari che il pubblico avrà la possibilità di assaporare lungo le giornate di festival nell’aula Businaro del castello di Monselice: venerdì 3 giugno dalle 15 (The lives of Mecca, Costellazioni, Al di là dello specchio e Samsara diary), sabato 4 dalle 9.30 (Homeaward bound. Sulla strada di casa e I ricordi del fiume) e alle 15 (Colibrì), domenica 5 dalle 9.30 (Triokala e Asmarina).
Prima dello spettacolo folcloristico “Le note del dragone” domenica 5 alle 21.30 si terrà la cerimonia di chiusura dell’Etnofilm che premierà il film vincitore, scelto dalla giuria formata, oltre che da Fabio Gemo, dai giornalisti Marco Contino (Il Mattino di Padova) e Tatiana Mario (La Difesa del popolo) e dalle antropologhe Paola Gandolfi e Daniela Perco. Dagli hippie degli anni Sessanta (Samsara diary) alla cooperazione internazionale (Colibrì), passando per alcune culture, nuove e antiche insite nell’Italia di oggi (Al di là dello specchio, Il segreto dei caminanti, Triokala e Costellazioni) i dieci lavori presentati al festival offrono prospettive suggestive, a volte anche visionarie sulla realtà, ma di sicuro cariche di spunti di confronto e riflessione sul tempo che stiamo attraversando.
L’Etnofilm sarà anche la cornice ideale per concludere il primo anno della scuola di cinema documentario etnografico, unica nel suo genere in Italia, con la consegna dei diplomi ai quindici giovani studenti. «La scuola ha sede proprio a Monselice – conclude Fabio Gemo – perché ritengo che il territorio in cui sono nato e cresciuto abbia bisogno di un’attenzione seria e costante: pur con tutte le difficoltà che si porta dietro, è una terra ricchissima, da valorizzare e riscoprire. Un’anticipazione sull’Etnofilm del prossimo anno? L’edizione sarà dedicata al Veneto e, in particolare, ai colli Euganei su cui lavoreranno anche gli studenti della scuola di cinema». Dopo questo primo anno, le soddisfazioni non si sono fatte attendere e quest’estate verrà aperta una sede della scuola in Messico e ben presto in Argentina a Buenos Aires verranno portati i dieci documentari per un evento che s'ispira all'Etnofilm.
Antonia Franceschi