Dal 1960 la compagnia Arlecchino non smette di mettersi alla prova sul palco
In oltre 55 anni di attività amatoriale, la compagnia Arlecchino ha portato in scena oltre 80 commedie, soprattutto in lingua veneta. Il merito di questo longevo successo è nella voglia di mettersi alla prova sul palco e divertire il pubblico a teatro.
È una delle compagnie di prosa più longeve di Padova, nata nel 1960 come compagnia stabile Morassutti, per volere e passione di alcuni dipendenti del gruppo aziendale Paolo Morassutti, legato al commercio di articoli da ferramenta, per poi diventare, nel 1971, compagnia Arlecchino.
«L’Arlecchino – spiega Gabriele Brugnolo, veterano del gruppo, regista, attore e vicepresidente – ha una lunga storia alle spalle, esiste infatti anche un archivio storico con fotografie e locandine. Alcuni dei più importanti attori padovani hanno recitato in questa compagnia. In più di cinquant’anni di attività sono state rappresentate oltre 80 commedie prevalentemente della tradizione veneta».
In giro per il territorio ora vanno 25 persone, ognuna con un ruolo definito: il regista, chi segue la contabilità, chi i rapporti con le altre associazioni, chi la promozione e la pubblicità. Tante le manifestazioni e i concorsi nazionali a cui hanno partecipato ottenendo buoni risultati, come la rassegna “Il siparietto d’oro” a Vicenza dove, nel 2013, hanno ottenuto cinque premi con L’acqua cheta ovvero la gata morta per la migliore giovane attrice, il migliore attore non protagonista, il migliore attore caratterista, per le musiche e le scenografie. E ancora, in occasione del concorso di teatro dialettale edizione 2015/16 di villa Bartolomea a Verona, hanno ricevuto il premio della critica “Franco Ravazzin” con la stessa commedia musicale, uno dei cavalli di battaglia della compagnia: un’operetta di Augusto Novelli, che mette in scena una tresca d’amore con cori e duetti musicali dal vivo. Oltre agli attori, infatti, la compagnia vanta anche la presenza del maestro Antonio Bortolami, che compone le musiche e suona il pianoforte accompagnato da un violino, una tromba e un clarinetto.
Altro successo è Quest’amore che passione di Ludovico Ceschi, commedia ambientata nella seconda metà dell’Ottocento con protagonista una famiglia di nobili alle prese con i figli e il loro futuro. Anche qui ci sono colpi di scena, bella musica, canto e ballo. Dalla tradizione goldoniana invece vengono La buona madre e poi le commedie brillanti Xe riva’ el castigamati, Sior felice che cuccagna e l’adattamento in dialetto veneto di Antonio Canova di una commedia fiorentina, La trovata del sior Orazio. Infine il successo dell’ultimo periodo è Nina non far la stupida, commedia musicale di Rossato e Gian Capo, ambientata nel paesino di Malcontenta nella prima metà dell’Ottocento.
«La compagnia – continua Brugnolo – è formata da persone dai 22 anni fino agli 80. Siamo un bel gruppo, unito, animato da uno spirito di divertimento e non di competizione. La vita delle compagnie amatoriali purtroppo oggigiorno non è facile. Siamo in tanti e ci sono pochi fondi, è difficile trovare degli sponsor e organizzare rassegne. Il nostro pubblico è per lo più formato da persone di mezza età, quando però ci sono dei giovani, soprattutto all’interno della compagnia, il coinvolgimento sul palco e con il pubblico si fa sentire di più. Ciò che ci spinge ad andare avanti, nonostante le difficoltà, è la passione, l’emozione di mettersi alla prova, anche quando non si è più giovani, la soddisfazione di portare in scena dei lavori interessanti con musicisti dal vivo». Per info e prenotazione posti: 329-3817005 oppure compagniaarlecchino@libero.it