Al liceo Cornaro una mostra sul genocidio armeno con le foto di Armin Wegner
Al liceo Cornaro di Padova, resta aperta fino a sabato 8 aprile la mostra Armin T. Wegner e gli armeni in Anatolia, 1915. Immagini e testimonianze per far riflettere le nuove generazioni sulle atrocità commesse dall'uomo nei confronti dei suoi simili.
Martedì 4 aprile al liceo Alvise Cornaro di Padova, è stata inaugurata la mostra Armin T. Wegner e gli armeni in Anatolia, 1915. Immagini e testimonianze. Per l’occasione si è svolto anche l’incontro "Genocidi dimenticati", in cui si è riflettuto con gli studenti, alla presenza di esperti e testimoni, del genocidio armeno e ruandese.
La mostra, che è visitabile fino all’8 aprile, è stata esposta per la prima volta nel 1995 in occasione dell’ottantesimo anniversario del genocidio armeno, perpetrato nel 1915 dal governo dei giovani turchi (gruppo appartenente al movimento politico dell’Ittihad, Comitato unione e progresso, sorto in seno all’impero ottomano). L’esposizione è costituita da carte geografiche, schede storiche, testi e circa 80 fotografie scattate dall’ufficiale tedesco Armin T. Wegner, testimone oculare del genocidio in cui hanno perso la vita più di un milione e mezzo di persone.
Si trattò del primo genocidio del ventesimo secolo. «La vedova di Stefano Serapian, un sopravvissuto al genocidio – ha affermato, in riferimento alla genesi della mostra, Anna Maria Samuelli che, con Pietro Kuciukian, ne ha curato la parte storica – aveva consegnato a Pietro Kuciukian un centinaio di foto: immagini che l’ufficiale tedesco Armin T. Wegner aveva scattato tra Costantinopoli e Bagdad nel 1915, quando assistette impotente alla deportazione dell’intero popolo armeno. Stefano Serapian aveva ricevuto le fotografie direttamente dalle mani di Armin Wegner».
La professoressa Samuelli ha poi affermato che diverse persone espressero dubbi sull’autenticità delle stesse immagini: «Avvenne successivamente che il figlio di Armin Wegner, Mischa, contattato da Kuciukian, gli consegnò le lettere che Armin Wegner aveva inviato alla madre in Germania in cui si descrivevano i terribili massacri a cui assistette e che erano state raccolte in un libro, La via senza ritorno. Un martirio in lettere, pubblicato nel 1919. Si constatò quindi che alcuni passaggi delle lettere si riferivano alle immagini e ciò avvalorò la veridicità delle stesse. Così Kuciukian decise di procedere alla realizzazione di una mostra, per far conoscere a più persone possibili la tremenda strage».
La studiosa ha aggiunto che nell’aprile 1995 la mostra fu inaugurata al museo archeologico di Milano e, dopo moltissime altre tappe, è giunta in questi giorni a Padova. Gli organizzatori si augurano che la riflessione e la memoria di questi fatti storici, soprattutto da parte delle giovani generazioni, possa essere un’ulteriore occasione per comprendere fino a che punto il male dell’uomo può manifestarsi e colpire, e quanto esso debba essere riconosciuto e debellato sul nascere.