Grazie all'8x1000, la casa è il primo passo per ricostruire la vita
Quattro appartamenti, per un totale di 16 posti, dove altrettanti uomini, in maggioranza italiani del posto con più di 50 anni provano a gettare le basi per un futuro dignitoso, lontano dalla solitudine amara della vita di strada. Il progetto, portato avanti dalla Caritas di Padova, si chiama “La strada verso casa”; sostenuto dai fondi dell’8 per mille, quest’iniziativa triennale si avvale del supporto formativo della Fio.spd (Federazione italiana organismi per le persone senza dimora) e della supervisione del dipartimento di psicologia dell’università di Padova con il professor Santinello.
Due appartamenti sono di proprietà della parrocchia del Carmine, uno nella parrocchia di San Bellino e uno di quella della Santissima Trinità.
«Le persone a cui si rivolge questa iniziativa – spiega Sara Ferrari, responsabile dell’area promozione umana della Caritas di Padova – sono principalmente di due tipologie. La prima, che comprende un numero leggermente superiore di soggetti, è composta dai senza dimora che già usufruiscono dei servizi di chi vive la strada, come le cucine popolari, l’asilo notturno e le docce. La seconda tipologia è invece quella di chi non vive la strada ma è a forte rischio di finirci, come uomini in ristrettezze economiche che si sono appena separati o uomini soli che hanno perso il lavoro e non possono pagare l’affitto».
L’ispirazione arriva da un modello ben preciso, già rodato negli Stati Uniti e in alcuni paesi dell’Unione Europea, noto come “Housing First”.
«Ci è semplicemente resi conto che costa molto meno dare un monolocale a un senza fissa dimora che non farlo peregrinare tra vari servizi, ricoveri, dimissioni, periodi in strada e di nuovo ricoveri in strutture specializzate».
“Housing First” è la soluzione ideale soprattutto per persone con doppia diagnosi, in cui situazioni di marginalità sociale si mescolano a patologie e dipendenze: in molti paesi, dove vige il reddito di cittadinanza, il progetto offre soluzioni stabili. «Noi purtroppo non possiamo garantire una casa per sempre – ammette Sara Ferrari – ma vogliamo comunque evitare alle persone di compiere tutti gli step della prima accoglienza che ci sono in Italia. Dalla strada con noi arrivano direttamente alla casa».
L’accoglienza dura un anno o due: durante questo periodo la sfida più grande – grazie al supporto, anche emotivo, delle comunità in cui gli appartamenti si trovano e i colloqui quindicinali con un operatore Caritas – è quella di trovare soluzioni per un futuro stabile.
«Non è facile – conferma Sara Ferrari – specie i senza dimora cronici a volte si abituano al sistema assistenzialistico delle città: a Padova c’è sempre un posto dove dormire, ci sono sempre due pasti gratuiti e un servizio per le docce. Per alcuni, purtroppo, questo fa sì che non ci sia la spinta a uscire da una condizione di bisogno. Con gli appartamenti de “La strada verso casa” vogliamo scardinare questa mentalità, facendo sì che le persone trovino dentro di loro le risorse necessarie per migliorare la propria condizione. Alcuni ce l’hanno già fatta: c’è chi ha trovato un posto di lavoro a tempo indeterminato e chi lo sta cercando con impegno».
Il costo totale del progetto è di 255 mila euro in tre anni: di questi, 180 mila, il 70 per cento, arriva dai fondi dell’8 per mille per la carità.
«Quello che balza subito all’occhio è come queste persone abbiano perso tutti i riferimenti familiari e amicali: sono persone sole che hanno avuto difficoltà a portare avanti relazioni significative Anche per questo ci impegniamo così tanto: perché quello che è accaduto a loro potrebbe capitare a ciascuno di noi domani mattina».