«Europa necessaria ma “da ripensare”»
L’assemblea plenaria della Comece (Commissione degli episcopati della Comunità europea), svoltasi a Bruxelles a fine ottobre, ha affrontato in particolare tre temi forti di respiro continentale: la povertà diffusa e le modalità per farvi fronte; il nodo del Brexit; l'avvenire dell'integrazione europea. Con mons. Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza-Bobbio e vicepresidente Comece, ripercorriamo le indicazioni giunte dalla plenaria.
L’assemblea plenaria della Comece (Commissione degli episcopati della Comunità europea), svoltasi a Bruxelles a fine ottobre, ha affrontato in particolare tre temi forti di respiro continentale: la povertà diffusa e le modalità per farvi fronte; il nodo del Brexit; l'avvenire dell'integrazione europea. Con mons. Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza-Bobbio e vicepresidente Comece, ripercorriamo le indicazioni giunte dalla plenaria.
Quale situazione è emersa dal confronto sulla povertà nel vecchio continente?
«I vescovi hanno posto al centro della riflessione gli uomini e le donne che nel nostro continente vivono nella povertà o vivono a rischio di povertà e di esclusione sociale. I dati ci dicono che diminuisce lentamente la percentuale di persone in condizioni di grave povertà, ma sta crescendo in modo deciso il rischio-povertà. Circa 120 milioni di cittadini europei sono in questa situazione (scarso reddito, difficoltà socio-economiche, lavoro precario). I vescovi evidenziano inoltre una povertà che non è registrata dalle statistiche, è cioè la grande povertà di relazioni».
La crisi economica ha lasciato segni profondi nelle famiglie: quale il ruolo della chiesa accanto agli indigenti e alle fasce sociali in difficoltà?
«L’invito di papa Francesco ad “andare nelle periferie” per mettere al centro i più bisognosi e camminare accanto ai poveri è stato il tema dell’assemblea. Ne abbiamo discusso con Caritas Europa e con i volontari di cinque organizzazioni cattoliche che lavorano a Bruxelles con i poveri. Abbiamo dialogato con i rappresentanti della Commissione Ue. L’esito di queste giornate sarà presentato in un documento della Comece con indicazioni per orientare le politiche europee di lotta contro la povertà ed essere al servizio delle donne e degli uomini d’Europa, soprattutto dei più deboli. Ciò comporta che tutti lavorino perché l’Europa sia un’effettiva comunità solidale, superando egoismi e chiusure.
Anche rispetto alla grande questione degli immigrati e richiedenti asilo, occorre manifestare questa solidarietà concreta
con proposte e regole precise sul diritto d’asilo».
Il futuro dell'Ue appare incerto, fra populismi e nazionalismi che si rafforzano, Brexit, distanza crescente tra cittadini e istituzioni politiche. Quale l’analisi che giunge dalla Comece?
«“La chiesa cattolica intende dare il suo contributo perché l’Ue possa superare le molteplici crisi che sta affrontando”: lo ha affermato il card. Reinhard Marx, presidente della Comece all’assemblea. L’Ue con le sue istituzioni, tutti i paesi membri, la società civile della “casa comune europea” devono riflettere sul percorso culturale e politico del continente, sugli obiettivi da raggiungere e soprattutto sui valori di fondo che devono ispirare il comune cammino. Per questo l’apporto della chiesa, con il contributo specifico della Comece, è più importante che mai. La Comece organizzerà un convegno di alto livello a Roma nell’autunno 2017 sul tema: “Ripensare l’Europa”. L’intento è favorire un’articolata riflessione sul futuro del cammino comunitario per ritrovare quello slancio e quell’entusiasmo che papa Francesco ha indicato al parlamento di Strasburgo e in occasione del premio Carlo Magno. Di fronte alle grandi sfide di oggi, la chiesa può e deve contribuire “alla rinascita di un’Europa affaticata, ma ancora ricca di energie e di potenzialità”, in vista di “un nuovo umanesimo europeo, un costante cammino di umanizzazione, cui servono memoria, coraggio, sana e umana utopia”».