Da Padova a Torino, in cerca “dell’amore più grande”
Venerdì 24 aprile una settantina di giovani, tra Padova e Cittadella, partono per una “tre giorni” a Torino organizzata dalla pastorale cittadina in occasione dell’ostensione della Sacra Sindone. Domenica 26 aprile, la giornata mondiale delle vocazioni sarà tutta alla scoperta della figura di san Giovanni Bosco. Scopri gli altri pellegrinaggi in partenza.
Un pellegrinaggio per andare alla radici della propria fede. Partendo dall’amore
Sono una settantina i giovani che hanno scelto di aderire alla proposta della pastorale cittadina di vivere come gruppo una “tre giorni” a Torino in occasione dell’ostensione della Sacra Sindone. Provenienti da parrocchie diverse della città e del vicariato di Cittadella, i ragazzi condivideranno un’esperienza intensa fatta di testimonianze, amicizia e spiritualità, sullo slogan dell’ostensione: “L’amore più grande”.
«Insieme rifletteremo e pregheremo su questo tema – spiega Elena Savio, referente della pastorale giovanile cittadina – che trova la propria sintesi nella sindone e anche nella figura di san Giovanni Bosco, patrono dei giovani e degli educatori, di cui ricorre il bicentenario».
La proposta prende avvio alle 15 di venerdì 24 aprile in seminario minore, dove il vescovo Antonio benedirà i pellegrini
Il sabato sarà tutto dedicato al tema della proposta e tramite una caccia al tesoro i pellegrini si recheranno nei luoghi più significativi di Torino dal punto di vista sociale, come il Cottolengo.
«Sarà una visita “alternativa” alla città – continua Elena – e nel pomeriggio faremo tappa al Sermig prima di dirigerci alle 17.30 in duomo per l’appuntamento con la Sindone. Domenica 26 aprile, giornata mondiale delle vocazioni, andremo alla scoperta della figura di san Giovanni Bosco».
Nel gruppo dei pellegrini anche una ventina del vicariato di Cittadella
«È sempre bello collaborare e mettere insieme le forze, ma soprattutto allargare i confini per sentirsi più chiesa – afferma don Andrea Zanchetta, vicario parrocchiale di Cittadella e referente vicariale della pastorale giovanile – Credo sia una possibilità bella, interessante e stimolante fatta di voglia di incontro e di mettersi in un “movimento” di fede! Mi auguro davvero che i nostri giovani riescano a porsi davanti a questo straordinario mistero di croce e di luce, che è la Sindone e ciò che la sindone rappresenta, e che possano sentirlo vivo e presente nella loro vita e quotidianità».
Ma cosa ha spinto questi giovani ad aderire alla proposta del pellegrinaggio?
«Intanto la straordinarietà di quest’evento – afferma Pierclaudio Rozzarin, 28 anni, educatore del gruppo giovanissimi della parrocchia di Cristo Re a Padova – Appena venuto a conoscenza della possibilità di vedere la Sindone non ci ho pensato due volte. Vado per contemplarla, per pregare, per affidarle i propositi personali di questi anni di scelte e di costruzione del futuro».
Ma è anche la dimensione comunitaria dell’evento che ha sollecitato Pierclaudio. «Mi auguro possa essere un bel momento di condivisione, di gioia e di relazioni. Il fatto di viverlo assieme ha un valore aggiunto: permette di condividere pensieri, sensazioni, ma anche esperienze e stili. Mi piace questa possibilità di confronto anche su come si vive e respira la propria spiritualità. Peccato che della mia parrocchia partecipo solo io... Questo però non sarà da freno al mettermi in gioco con gli altri».
Per Chiara Pontarolo, 22 anni, responsabile della fascia elementari dell’Acr parrocchiale di Cittadella, la scelta di aderire al pellegrinaggio è legata in primis a un interesse personale. «Non ho ancora mai visto la Sindone – spiega – e il desiderio è proprio quello di avvicinarmi a questo mistero. Abbiamo partecipato all’incontro informativo a Padova il 9 aprile scorso, guidato da Giulio Fanti, ed è stato davvero interessante: molto esplicativo, sia dal punto scientifico che di fede».
La serata ha sollevato nei ragazzi domande e dubbi. «La più intensa è se la Sindone sia veramente l’immagine di Gesù – sottolinea Chiara – Tutti noi ci auguriamo di trovare a Torino ulteriori tracce di risposta. Io ne sono convinta. Ma penso anche che averne la certezza apre a nuove domande: cosa vuol dire, ad esempio, testimoniare il fatto che Gesù è esistito davvero? Credo significhi tutta una serie di cambiamenti di vita». Primo, la chiamata alla testimonianza. «Al ritorno dal pellegrinaggio faremo subito un incontro con tutti gli educatori della parrocchia per raccontare l’esperienza».