Assunta e Cecilia Gloder, papa Francesco si è accorto della bontà del loro cuore
"Croce pro ecclesia et pontefice" è il prestigioso riconoscimento che Assunta e Cecilia Gloder hanno ricevuto nelle scorse settimane da papa Francesco. Le due storiche sacrestane di Gallio sono state festeggiate con emozione da tutta la comunità parrocchiale, ma anche dall'unità pastorale.
Nelle scorse settimane la comunità parrocchiale di Gallio, ma anche tutta l’unità pastorale, ha vissuto un momento di grande gioia. Le due sacrestane – le sorelle Assunta e Cecilia Gloder – in servizio da oltre 55 anni hanno ottenuto da papa Francesco l’onorificenza “Croce pro ecclesia et pontefice”.
«All’annuncio, durante la messa di sabato 19 novembre presieduta da don Luciano Barin – spiega don Federico Zago, parroco moderatore dell’up – è esploso un applauso e tutti si sono alzati in piedi. Ad Assunta e Cecilia tutti vogliono bene, paesani e turisti». Che alla messa del 19 ci sarebbe stato un annuncio importante lo sapevano tutti. La voce circolava da un po’. Certo le due sorelle Gloder non si aspettavano ciò che è successo. «Don Luciano ci ha chiamato, prima Cecilia e poi Assunta. Ha letto l’attestato e ci ha appuntato le due onorificenze. Eravamo confuse, perché il nostro servizio è sempre stato fatto senza volerci far vedere. Il nostro operare per il servizio alla chiesa e al papa significa amore, perché servire è amare».
Il servizio di Assunta e Cecilia parte da lontano: «Il nonno era sacrestano – spiegano – e lo è stato anche il papà. E poi lo zio Lorenzo (conosciuto come zio Cin). Il papà morì giovane così noi aiutavamo lo zio e prima della sua dipartita l’abbiamo rassicurato che avremmo continuato il suo servizio. Così si è spento tranquillo».
Assunta e Cecilia sono due persone che, fin da bambine «si sono caratterizzate – continua il parroco – per le loro capacità di dono e sacrificio, di dedizione e di altruismo, di responsabilità e collaborazione, sempre fedeli alle indicazioni date e attente all’insieme delle necessità, accogliendo persone e gruppi con cordialità e competenza, donando così alla comunità parrocchiale di Gallio e, successivamente a tutta l’up, il meglio di se stesse. Hanno saputo testimoniare con gioia e in spirito di festa, attraverso il loro servizio, l’amore al Signore Gesù, alla chiesa e agli uomini». Sabato 19, dopo la messa, è stata organizzata una serata di proiezione delle foto della comunità di Gallio dal 1915 a oggi.
«Tra le immagini ce n’era una dello zio Cin dinnanzi la statua della Madonna in sacrestia e aveva appuntata al petto una medaglia – racconta don Zago – Il giorno dopo ho chiesto ad Assunta e Cecilia se sapevano cosa fosse. Cecilia mi rispose che in soffitta c’era un quadro. Siamo andati a prenderlo e una volta tolta la polvere dal vetro abbiamo scoperto che anche lo zio Cin era stato insignito nel lontano 1978 della stessa onorificenza. Ci siamo guardati tutti e tre negli occhi e abbiamo esclamato: la Provvidenza!».
Ma cosa significa per la parrocchia di Gallio questo evento? «Negli anni ’80 san Giovanni Paolo II atterrò in elicottero sul monte Longara per ammirare e benedire il nostro territorio. Ora questa onorificenza ha fatto sì che un altro pontefice, Francesco, abbia posato il suo sguardo su Gallio non tanto per ammirarla dall’alto, ma per essersi accorto del cuore buono della gente che vi abita».