Rastrelli, pinze ed enormi buste: in Arcella, fate largo ai volontari anti-sporcizia

Un gruppo di volontari, mossi dal piacere di restituire un sorriso al quartiere, gira con pinze e buste per ripulire le aree verdi da immondizia e sporcizia. Un'idea contagiosa che ha aperto la strada a nuovi sottogruppi e che prova a coinvolgere tutti i cittadini

Rastrelli, pinze ed enormi buste: in Arcella, fate largo ai volontari anti-sporcizia

«If there's something strange in your neighborhood, who you gonna call?». Se provate a canticchiare questa frase probabilmente in mente riconoscere la canzone e la risposta verrà da sé: i Ghostbuster! Il popolare film fantascientifico di metà anni ’80 aveva come protagonisti quattro ricercatori universitari di parapsicologia che, indossando zaini protonici, andavano in giro per New York come acchiappafantasmi, muovendosi in base alle segnalazioni dei cittadini impauriti.

Senza attrezzature ipertecnologiche, ma con rastrelli, palette, pinze ed enormi sacchi neri, un gruppo di convinti e decisivi volontari gira per il quartiere Arcella e per altre aree di Padova per regalare una città più sorridente. Anche loro si muovono su segnalazione, armati solo di tanta pazienza, volontà e voglia di dare un contributo concreto. E’ il gruppo “Volontari per il quartiere” che, perlustrando le aree verdi, quelle più sensibili e più inquinate, va in giro per “acchiappare” spazzatura ed eliminare la sporcizia. L’ultima volta, a fine luglio, monitorando la zona attorno all’ex Saimp e vicino al capolinea del tram, hanno messo assieme ben 15 sacchi di immondizia.

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«Leggiamo sul giornale appelli di cittadini che sono i primi osservatori del territorio oppure veniamo contattati sulla nostra pagina Facebook – racconta Ettore Botter, coordinatore del progetto -. In base alle foto che ci inviano, decidiamo se e come intervenire ed è un enorme soddisfazione quando, anche dopo un’ora e mezza di fatica, riusciamo a raccogliere 18-20 buste».

L’idea è nata circa un anno e mezzo fa quando Ettore, assieme ad alcune persone, ha iniziato a pensare a come attivarsi per arginare lo sporco cercando di coinvolgere anche i negozianti. Alcuni hanno tirato su le maniche, lasciando agli altri l’abilità statica di criticare a giorni alterni e hanno accettato l’incarico: «Con noi si è aggiunta una negoziante che, nonostante un problema al piede, quando può viene e ci dà una mano  – continua Ettore -. E’ tenace e la tenacia è una delle cose positive per noi volontari perché va bene lamentarsi, ma bisogna prendere in mano la situazione».

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Aperto a tutti, il gruppo si dà appuntamento fisso ogni secondo giovedì e l’ultima domenica del mese: circa 15-20 volontari si suddividono l’area e, in sottogruppi, perlustrano tutto ciò che li circonda raccogliendo quello che merita di finire in fondo al bidone. Durante l’ultima ricognizione di luglio, oltre a canonici cocci di bottiglia, lattine, pacchetti di sigarette e carta di ogni genere, i ragazzi hanno anche “pescato” la suola di una scarpa e alcune siringhe prontamente rimosse con cautela.

Si creano positive sinergie, voglia di relazionarsi e di ispirare nuovi modelli e nuove dinamiche: oltre ai volontari dell’Arcella, altre persone mosse dall’entusiasmo del progetto hanno “esportato” l’idea creando branche a Camin e a Brusegana. Il progetto, ambizioso, sognante, ma non impossibile, è quello di avere un’unità per ogni quartiere con un numero consistente di volontari così da poter garantire un affidamento costante: «Attraverso il nostro lavoro e la cooperazione con Comune, Aps e cittadini, si può davvero invertire il degrado – è la convinzione di Ettore -. Quando noi monitoriamo una zona siamo certi di rallentare il processo di deterioramento».

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Con l’Aps è nato, inoltre, un prezioso momento di collaborazione: dopo aver saputo dell’iniziativa intraprendente di Ettore e degli altri ragazzi, l’azienda li ha contattati mettendo a disposizione materiale utile come guanti, pinze o sacchi con le misure idonee e appropriate. Ma non solo: in caso di aree senza cassonetti a portata di mano, al termine della giornata di pulizia i ragazzi chiamano alcuni operatori, spiegano dove hanno lasciato le buste così da ripulire efficacemente il luogo interessato.

Loro ci mettono energia contagiosa, ma non basta: «Bisogna insistere con l’educazione dei più piccoli perché solo così si può sviluppare una sana società. Vogliamo far andar bene le cose, non vogliamo criticare perché altrimenti non otteniamo nulla, si fa solo polverone nella polvere non si può respirare meglio», è la riflessione di Ettore. Per questo “Volontari per il quartiere" nei prossimi mesi strutturerà un percorso con le scuole elementari per contribuire a rendere più pulito il quartiere parlando sia con gli studenti, ma anche con i genitori.

Insomma la prossima volta, se vedete sporcizia in giro sapete chi chiamare. No, non i Ghostbuster.

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