Danze popolari per proteggere il parco minacciato dal centro commerciale
Il parco Fantasia, in ansa Borgomagno, a ovest dell'Arcella, è stato indicato all'interno del "Piano di commercio" come luogo adibito per l'insediamento di una grande area di vendita. Da tempo i residenti stanno protestando contro questa decisione, ma questa volta hanno deciso di farlo in maniera danzante: tanti balli della tradizione veneta, italiana ed europea per dire "no" a un nuovo centro commerciale.
Danze popolari della tradizione veneta ed europea per tenere alta l’attenzione su un parco che rischia di scomparire per fare spazio a un centro commerciale. E’ stata la singolare iniziativa che si è svolta il pomeriggio di sabato 10 giugno al parco Fantasia e proposta dal comitato Rete Arcella viva assieme all'associazione "El Filò", che da anni si impegna nel proporre balli tradizionali. Poco conosciuta dagli stessi arcellani perché dislocata e vicina al centro sociale occupato "Pedro", la piccola area verde sorge lungo via Ticino, in ansa Borgomagno, zona ovest del quartiere a nord di Padova.
Di proprietà comunale e dato in gestione all'associazione "E' Fantasia", da quasi un anno questo parco, assieme a due capannoni limitrofi è collocato all'interno del Piano del commercio come zona adibita per l’insediamento di una grande struttura di vendita, ovvero un centro commerciale. Rete Arcella viva, che si è battuta contro questa decisione con una petizione popolare che, però, non è stata presa in considerazione dell'amministrazione, si fa portavoce del malcontento di molti residenti e commercianti nel vedere nuove strutture di vendita legate alla grande distribuzione organizzata e che vorrebbero, piuttosto, maggior attenzione per i pochi spazi verdi del quartiere.
Ecco che, accompagnati dal sole pomeridiano e dai musicisti, un gruppo di persone si è riunito per ballare danze caratteristiche della tradizione veneta come la polesana e i sette passi, oppure la giga irlandese e quella emiliana o appartenenti alla cultura francese come la farandola e la madelaine. Tra loro c’era anche Renata Zamarella, ideatrice di questa iniziativa: «C’è uno spirito positivo perché finalmente i balli vengono fatti all'aperto e non nelle palestre. E’ un modo alternativo per discutere di un problema e di una criticità senza utilizzare una conferenza stampa rigida dove le persone rimangono sedute; qui abbiamo pensato di far festa e di far crescere così le relazioni».
Renata è un’insegnante in pensione, è stata tra le prime a portare in città la cultura della danza popolare, essendo tra le fondatrici dell’associazione "El Filò", e crede molto nell'insegnamento che il ballo può veicolare: «A modo mio ho provato a portare nelle scuole gli studi sulle danze popolari come avviene negli istituti anglosassoni. Se ne dovrebbe fare una materia di studio ufficiale e riconosciuta perché è un’opportunità di integrazione e di socializzazione anche per i bambini con disabilità o in difficoltà. E soprattutto è la nostra tradizione che dovremmo recuperare e mai dimenticare».