Siamo umani, facciamo domande

La scuola e tutte le agenzie educative nel prossimo futuro dovranno insegnare ai ragazzi, più che infinite nozioni, soprattutto a fare domande intelligenti e non scontate

Siamo umani, facciamo domande

Molti di voi avranno visitato almeno qualche volta il sito di ChatGPT. Una pagina bianca, sostanzialmente vuota. Decisamente uno dei siti meno belli del colorato e dinamico mondo del web. Al centro della pagina appare una frase (“come posso aiutarti?”) e un piccolo spazio per scrivere. Cosa? Lo dice il sito stesso: “fai una domanda”: cosa visitare a Roma? Quali le migliori ricette di crostata? Puoi comporre una linea di codice? Mi traduci in inglese questa frase? E così via.

Con una velocità impressionante il sistema offre risposte articolate e ben strutturate. A oggi un po’ banali. Abbastanza esatte (ai piedi della pagina web si trova scritto: “ChatGPT può commettere errori. Considera di verificare le informazioni importanti.”). Se si stressa il sistema con domande sempre più incalzanti si ottengono approfondimenti e nuove risposte.

Nel dinamismo generato dalla home page di ChatGPT si evidenzia una delle sfide educative poste dallo sviluppo incredibile dell’IA generativa (capace cioè di produrre contenuti e offrire risposte). Come educare le giovani generazioni al tempo dell’IA?

Il nostro sistema educativo ha sempre cercato di offrire almeno tre cose: un metodo (decisivo e importante, per apprendere e maturare uno spirito critico), degli strumenti (il classico leggere, scrivere e far di conto) e delle nozioni. Queste, sempre più ampie e approfondite con la crescita dello studente.

L’IA generativa interviene in questo processo, offrendo anzitutto una grande quantità di nozioni. È possibile chiedere qualunque cosa e avere infinite risposte in brevissimo tempo. Non è più così necessario conoscere tante cose e imparare tanti concetti. Se abbiamo bisogno di sapere delle cose lo chiediamo alla macchina.

Cosa diventa allora decisivo? Due cose: in un tempo dalle risposte facili diventano fondamentali le domande e i giudizi. Che cosa scriviamo nel riquadro di ChatGPT? Quali domande poniamo, come impostiamo ricerche e interrogazioni? E poi: cosa pensiamo davanti alla sovrabbondante (e verificata) offerta di risposte?

Gli studenti hanno capito subito le potenzialità di questi sistemi e infatti li usano senza remora alcuna per svolgere compiti e scrivere testi. Per certi versi sono da lodare: usano la miglior tecnologia a loro disposizione. Se però la domanda è banale, o chiedono solo qualcosa di meramente compilativo, i frutti saranno molto scarsi. Così come sprecheremo energie se non saranno spinti a non limitarsi a trovare risposte a domande, ma a offrire un giudizio strutturato e motivato.

Credo che la scuola e tutte le agenzie educative nel prossimo futuro dovranno insegnare ai ragazzi, più che infinite nozioni, soprattutto a fare domande intelligenti e non scontate e a motivare pareri giustificati a partire dalle molte fonti che – fortunati loro – hanno a disposizione.

Domande e giudizi, curiosità e riflessione critica. A ben pensarci due cose tipicamente umane. Non siamo fatti per essere addomesticati, sia pure anche solo intellettualmente. Se sapremo cogliere e sfruttare le incredibili potenzialità offerte da queste tecnologie, l’IA generativa sarà, in fondo, una grande chance per essere più liberi, più uomini.

Andrea Ciucci

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Fonte: Sir