Diplomazia per la pace. Chernov (politico), “Ucraina sia protagonista del suo destino”

Sergii Chernov, politico ucraino di Kharkiv, analizza i tentativi in atto tra Unione Europea e gli Stati Uniti di Trump di porre fine alla guerra. "Mi provoca un grande dispiacere vedere che si sta organizzando il destino dell'Ucraina senza gli ucraini. Se funzionasse il diritto internazionale questo non succederebbe. Bisogna trovare meccanismi internazionali che siano realmente capaci di difendere i diritti dell'uomo e la legittimità dei confini".

Diplomazia per la pace. Chernov (politico), “Ucraina sia protagonista del suo destino”

“È dal 2014 che l’Ucraina conduce la sua guerra per l’indipendenza, la libertà, la democrazia e il rispetto del diritto. Non c’è nessuna famiglia in Ucraina che non sia stata toccata da questa guerra”. Sergii Chernov, politico ucraino di Kharkiv, parte da qui, da questi 11 anni, per commentare i tentativi che i leader mondiali e europei stanno facendo per chiudere questi tre anni di conflitto. La lista delle ferite inferte al popolo ucraino è lunghissima. “Un enorme quantità di persone sono impegnate nella difesa e nelle trincee e tante altre lavorano nelle retrovie. Nelle industrie, nell’amministrazione. Il tutto in condizioni difficili. Ci sono stati danni alla rete energetica. La logistica è stata danneggiata. Le vie di trasporto delle merci e dei passeggeri dovranno essere ripristinate. Non sappiamo le cifre esatte ma milioni di ucraini si trovano fuori dell’Ucraina in Unione Europea e più di un milione pare si trovino in Russia. Per questo il compito che ci attende anche nel prossimo futuro, è molto difficile”.

Da dove cominciare?
Fermare la guerra. Fermare i russi anche con le armi. Assicurare l’economia e il lavoro e creare le condizioni affinché le persone tornino nelle loro case. In futuro il paese non può esser mantenuto dai pensionati. L’Ucraina dovrà ripensarsi a partire dai giovani. In Ucraina c’è un enorme potenziale. Di tecnica, cultura, scienze. Che va salvato.

Il prezzo pagato è altissimo. Che effetto fanno visti da qui i colloqui tra i grandi leader mondiali?
Mi provoca un grande dispiacere vedere che si sta organizzando il destino dell’Ucraina senza gli ucraini. Se funzionasse il diritto internazionale questo non succederebbe. Il mondo sta cambiando. E la guerra della Russia contro l’Ucraina dimostra che tutti gli accordi che sono stati fatti sulla carta, dalla seconda guerra mondiale ad oggi, non hanno funzionato. Purtroppo oggi chi ha più armi e più forza ha tutto quello che vuole. In Europa dovrebbero capire che non c’è piu tempo per meditare sui problemi. È tempo di prendere decisioni. E questa urgenze non vale solo per l’Ucraina ma anche per tanti paesi dove sono in atto conflitti. Bisogna trovare meccanismi internazionali che siano realmente capaci di difendere i diritti dell’uomo e la legittimità dei confini

Si sta parlando di accordi sulle terre rare. Cosa pensa di questa diplomazia del business?
Se in Ucraina verranno investiti capitali esteri, provenienti anche da Usa e Europa, va benissimo perché il business difende se stesso. Noi non abbiamo la possibilità né di estrarre né di ricercare queste risorse minerarie. Ma questo aiuto deve essere regolato ed essere onesto. Perché dovrebbe permettere lo sviluppo dell’Ucraina. Se si dovesse creare una simile possibilità, ciò richiederà condizioni di sicurezza perché possa funzionare.

Ma se Zelensky firmasse l’accordo con Trump, non vi sentireste in qualche modo traditi? Avete accettato queste condizioni sotto una minaccia?
Si, è vero. Ma non abbiamo alternativa. Quale paese ci darebbe l’aiuto che ci dà l’America? Ogni momento muoiono persone. Ogni momento perdiamo territorio. Se non facciamo niente, tra cinque, sette anni l’Ucraina sarà completamente occupata. Per noi la cosa più importante è conservare la sovranità dello Stato.

Che tempi prevede? Siamo vicini ad una tregua?
È molto difficile fare previsioni e a me non piacciono coloro che provano a farle. È una domanda complessa che richiede analisi complesse. Non si tratta solo di Ucraina e Russia. È una domanda globale che riguarda anche le relazioni tra Cina, Stati Uniti, Paesi Arabi. Voglio essere ottimista. Se riusciamo a fermare questi combattimenti entro la fine dell’anno è già una vittoria. Ma l’Ucraina non può essere messa fa parte. Deve essere protagonista del suo destino. Dovrà svolgere un ruolo importante in tutte le vie diplomatiche che si vorranno intraprendere.

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Fonte: Sir