Papa Francesco: "Sul perdono si costruisce una solida vita familiare"

"Il nostro mondo ha bisogno di una rivoluzione dell’amore!", esorta Francesco in Irlanda, che ha incontrato nella giornata di sabato anche otto sopravvissuti agli abusi.

Papa Francesco: "Sul perdono si costruisce una solida vita familiare"

“Invoco sulla nazione italiana copiosi doni di lungimiranza e sapienza per continuare ad apprezzare e custodire il valore del matrimonio e della famiglia”. Lo ha scritto Papa Francesco nel telegramma inviato al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo aver lasciato l’Italia per il viaggio apostolico in Irlanda in occasione dell’Incontro mondiale delle famiglie.

“Sarà la mia seconda Festa delle Famiglie: la prima è stata a Philadelphia, questa è la seconda. E a me piace essere con le famiglie, sono contento di questo viaggio. E anche un altro motivo che tocca un po’ il cuore: torno in Irlanda dopo 38 anni, dove sono stato quasi tre mesi per praticare l’inglese, nell’anno 1980. E anche per me questo è un ricordo bello. Grazie del vostro lavoro”. Lo ha detto questa mattina Papa Francesco salutando come di consueto gli operatori dei media che lo accompagnano sul volo papale, per il suo 24º viaggio apostolico con destinazione Irlanda.

“With gratitude for the warm welcome I have received, I assure you and the people of Ireland of my prayers that Almighty God may guide and protect you all”. È la firma del Libro d’Onore lasciata dal Papa durante la visita di cortesia al presidente della Repubblica d’Irlanda, Michael D. Higgins.

“La Chiesa è, effettivamente, una famiglia di famiglie, e sente la necessità di sostenere le famiglie nei loro sforzi per rispondere fedelmente e gioiosamente alla vocazione data loro da Dio nella società”. Lo ha detto Papa Francesco incontrando nel Castello di Dublino le autorità, i rappresentanti della società civile e i membri del corpo diplomatico. “Non occorre essere profeti per accorgersi delle difficoltà che le famiglie affrontano nella società odierna in rapida evoluzione – ha aggiunto – o per preoccuparsi degli effetti che il dissesto del matrimonio e della vita familiare inevitabilmente comporteranno, ad ogni livello, per il futuro delle nostre comunità. La famiglia è il collante della società; il suo bene non può essere dato per scontato, ma va promosso e tutelato con ogni mezzo appropriato”. Troppo spesso, ha proseguito, “ci sentiamo impotenti di fronte ai mali persistenti dell’odio razziale ed etnico, a conflitti e violenze inestricabili, al disprezzo per la dignità umana e i diritti umani fondamentali ed al crescente divario tra ricchi e poveri. Quanto bisogno abbiamo di recuperare, in ogni ambito della vita politica e sociale, il senso di essere una vera famiglia di popoli!”.

“Saggezza, ampiezza di vedute e preoccupazione umanitaria” per soluzione a crisi migratoria

Un “lungo conflitto che ha separato fratelli e sorelle di un’unica famiglia”. È quello che ha caratterizzato l’Irlanda e che è stato ricordato oggi dal Papa. “Possiamo rendere grazie per i due decenni di pace che sono seguiti a questo storico” Accordo del Venerdì Santo, “mentre esprimiamo la ferma speranza che il processo di pace superi ogni rimanente ostacolo e favorisca la nascita di un futuro di concordia, riconciliazione e mutua fiducia”. “Possiamo dire che l’obiettivo di generare prosperità economica, o finanziaria, porta da sé a un ordine sociale più giusto ed equo? Non potrebbe invece essere che la crescita di una ‘cultura dello scarto’ materialistica, ci ha di fatto resi sempre più indifferenti ai poveri e ai membri più indifesi della famiglia umana, compresi i non nati, privati dello stesso diritto alla vita? Forse – ha osservato Francesco – la sfida che più provoca le nostre coscienze in questi tempi è la massiccia crisi migratoria, che non è destinata a scomparire e la cui soluzione esige saggezza, ampiezza di vedute e una preoccupazione umanitaria che vada ben al di là di decisioni politiche a breve termine”.

Papa in Irlanda: alle autorità, “fallimento delle autorità ecclesiastiche” su abusi

“Sono ben consapevole della condizione dei nostri fratelli e sorelle più vulnerabili – penso specialmente alle donne, e ai bambini, che nel passato hanno patito situazioni di particolare difficoltà; e agli orfani di allora. Considerando la realtà dei più vulnerabili, non posso che riconoscere il grave scandalo causato in Irlanda dagli abusi su minori da parte di membri della Chiesa incaricati di proteggerli ed educarli. Risuonano ancora nel mio cuore le parole dettemi all’aeroporto dalla Signora Ministro per l’Infanzia. Grazie. Ringrazio per quelle parole”. Così Papa Francesco rivolgendosi alle autorità, ai rappresentanti della società civile e ai membri del corpo diplomatico. “Il fallimento delle autorità ecclesiastiche – vescovi, superiori religiosi, sacerdoti e altri – nell’affrontare adeguatamente questi crimini ripugnanti ha giustamente suscitato indignazione e rimane causa di sofferenza e di vergogna per la comunità cattolica. Io stesso condivido questi sentimenti. Il mio predecessore, Papa Benedetto – ha ribadito Francesco -, non risparmiò parole per riconoscere la gravità della situazione e domandare che fossero prese misure ‘veramente evangeliche, giuste ed efficaci’ in risposta a questo tradimento di fiducia (cfr Lettera pastorale ai Cattolici dell’Irlanda, 10). Il suo intervento franco e deciso continua a servire da incentivo agli sforzi delle autorità ecclesiali per rimediare agli errori passati e adottare norme stringenti volte ad assicurare che non accadano di nuovo. Più recentemente, in una Lettera al Popolo di Dio, ho ribadito l’impegno, anzi, un maggiore impegno, per eliminare questo flagello nella Chiesa; a qualsiasi costo, morale, e di sofferenza”.

“Ogni bambino è infatti un dono prezioso di Dio da custodire, incoraggiare perché sviluppi i suoi doni e condurre alla maturità spirituale e alla pienezza umana. La Chiesa in Irlanda ha svolto, nel passato e nel presente, un ruolo di promozione del bene dei bambini che non può essere oscurato. È mio auspicio che la gravità degli scandali degli abusi, che hanno fatto emergere le mancanze di tanti, serva a sottolineare l’importanza della protezione di minori e adulti vulnerabili da parte dell’intera società. In questo senso – ha concluso -, siamo tutti consapevoli dell’urgente necessità di offrire ai giovani un saggio accompagnamento e valori sani per il loro cammino di crescita”.

Papa in Irlanda: visita privata al Centro per famiglie senzatetto

Lasciata la Procattedrale di Santa Maria, Papa Francesco si è trasferito in papamobile al Centro di accoglienza dei Padri Cappuccini per le famiglie senzatetto per una visita privata. Al suo arrivo, Francesco è stato accolto, all’ingresso laterale della mensa, da 10 padri Cappuccini che gestiscono il Centro. Nel cortile sono invece presenti i dipendenti e i volontari e all’interno della mensa lo attendono circa 100 assistiti. Dopo il saluto del direttore, frate Kevin Crowley, il Santo Padre si è intrattenuto con i presenti e quindi ha impartito loro la benedizione. Al termine il Papa ha fatto rientro in Nunziatura, dove incontra in forma privata una rappresentanza della comunità dei gesuiti irlandesi.

Papa in Irlanda: al Centro di accoglienza per famiglie senzatetto, i sacerdoti devono “ascoltare, essere vicini, perdonare e non domandare troppo”

“Voi avete una speciale sintonia con il popolo di Dio, anzi, con i poveri. Voi avete la grazia di contemplare le piaghe di Gesù nelle persone che hanno bisogno, che soffrono, che non sono felici o che non hanno nulla, o sono pieni di vizi e di difetti. Per voi è la carne di Cristo. Questa è la vostra testimonianza e la Chiesa ha bisogno di questa testimonianza. Grazie”. Sono le parole a braccio pronunciate da Papa Francesco nel corso della visita al Centro di accoglienza dei Padri Cappuccini a Dublino. Un’altra cosa “che mi ha toccato il cuore: che qui voi non domandate nulla. È Gesù che viene [nei poveri]. Non domandate nulla. Accettate la vita come viene, date consolazione e, se ce n’è bisogno, perdonate. Questo mi fa pensare – come un rimprovero – ai preti che invece vivono facendo domande sulla vita altrui e che nella Confessione scavano, scavano, scavano nelle coscienze… La vostra testimonianza insegna ai sacerdoti ad ascoltare, a essere vicini, perdonare e non domandare troppo. Essere semplici, come Gesù ha detto che fece quel padre, che quando il figlio tornò pieno di peccati e di vizi, il Padre non si sedette in confessionale incominciando a domandare, domandare, domandare; accettò il pentimento del figlio e lo abbracciò. Che la vostra testimonianza al popolo di Dio, e questo cuore capace di perdonare senza far soffrire, arrivino a tutti i preti. Grazie!”. E rivolgendosi ai poveri, ha aggiunto: “Sapete perché venite con fiducia? Perché loro vi aiutano senza togliervi la dignità. Per loro, ognuno di voi è Gesù Cristo. Grazie per la fiducia che date a noi. Voi siete la Chiesa, siete il popolo di Dio. Gesù è con voi. Loro vi daranno le cose di cui voi avete bisogno, ma ascoltate i consigli che loro vi danno: sempre vi consiglieranno bene. E se avete qualcosa, qualche dubbio, qualche dolore, parlate con loro, e vi consiglieranno bene. Voi sapete che vi vogliono bene: altrimenti, questa opera qui non ci sarebbe. Grazie per la fiducia. E un’ultima cosa: pregate. Pregate per la Chiesa. Pregate per i sacerdoti. Pregate per i Cappuccini. Pregate per i vescovi, per il vostro Vescovo. E pregate anche per me… mi permetto di chiedere un po’. Pregate per i sacerdoti, non dimenticatevi”.

“Il nostro mondo ha bisogno di una rivoluzione dell’amore”

“Le virtù e le verità che il Signore ci insegna non sono sempre popolari nel mondo di oggi – a volte, il Signore chiede cose che non sono popolari – il mondo di oggi ha scarsa considerazione per i deboli, i vulnerabili e per tutti coloro che ritiene ‘improduttivi’. Il mondo ci dice di essere forti e indipendenti, curandosi poco di quanti sono soli o tristi, rifiutati o ammalati, non ancora nati o moribondi”. Per Papa Francesco, “il nostro mondo ha bisogno di una rivoluzione dell’amore! La ‘bufera’ che noi viviamo è piuttosto di egoismo, di interessi personali… il mondo ha bisogno di una rivoluzione dell’amore. Che questa rivoluzione inizi da voi e dalle vostre famiglie!”. Qualche mese fa, ha raccontato nella Procattedrale di Santa Maria, “qualcuno mi ha detto che stiamo perdendo la nostra capacità di amare. Lentamente ma decisamente stiamo dimenticando il linguaggio diretto di una carezza, la forza della tenerezza. Sembra che la parola tenerezza sia stata tolta dal dizionario. Non ci potrà essere una rivoluzione di amore senza la rivoluzione della tenerezza! Col vostro esempio, possano i vostri figli essere guidati a diventare una generazione più premurosa, amorevole, ricca di fede, per il rinnovamento della Chiesa e di tutta la società irlandese”. “Nessuna famiglia può crescere se dimentica le proprie radici. I bambini non crescono nell’amore se non imparano a comunicare con i loro nonni. Dunque lasciate che il vostro amore affondi radici profonde!”, ha concluso Francesco.

“I social media non sono necessariamente un problema per le famiglie, ma possono contribuire a costruire una ‘rete’ di amicizie, solidarietà e mutuo sostegno. Le famiglie possono connettersi attraverso internet e trarne beneficio”. Lo ha detto Papa Francesco stasera nel suo discorso alle famiglie riunite al Croke Park Stadium di Dublino per la Festa delle famiglie, nell’ambito del loro incontro mondiale. “I social media possono essere benefici se usati con moderazione e prudenza”, ha aggiunto il pontefice che ha presentato un esempio. “Voi, che partecipate a questo Incontro mondiale delle famiglie, formate una ‘rete’ spirituale, una trama di amicizia; e i social media possono aiutarvi a mantenere questo legame e allargarlo ad altre famiglie in tante parti del mondo”. Secondo Francesco, “è importante, tuttavia, che questi mezzi non diventino mai una minaccia alla vera rete di relazioni di carne e sangue, imprigionandoci in una realtà virtuale e isolandoci dai rapporti autentici che ci stimolano a dare il meglio di noi stessi in comunione con gli altri”. Quindi, Francesco ha invitato le famiglie a riflettere sul “bisogno di ridurre il tempo che spendono per questi mezzi tecnologici e di spendere più tempo di qualità tra di loro e con Dio”.

“Le famiglie sono ovunque chiamate a continuare a crescere e andare avanti, pur in mezzo a difficoltà e limiti, proprio come hanno fatto le generazioni passate. Tutti siamo parte di una grande catena di famiglie, che risale all’inizio dei tempi”. Lo ha detto Papa Francesco stasera nel suo discorso alle famiglie riunite al Croke Park Stadium di Dublino per la Festa delle famiglie, nell’ambito del loro incontro mondiale. Il pontefice ha considerato le famiglie “tesori viventi di memoria”, con “i figli che a loro volta diventano genitori e poi nonni”. “Da loro riceviamo l’identità, i valori e la fede”. Poi, Francesco si è soffermato sul ruolo e sull’importanza dei nonni. “Una società che non valorizza i nonni – ha aggiunto il Papa – è una società senza futuro. Una Chiesa che non ha a cuore l’alleanza tra generazioni finirà per mancare di ciò che veramente conta, l’amore”. Indicando l’eredità morale dei nonni, Francesco ha ribadito che “i nostri nonni ci insegnano il significato dell’amore coniugale e genitoriale”. “Loro stessi sono cresciuti in una famiglia e hanno sperimentato l’affetto di figli e figlie, di fratelli e sorelle. Per questo costituiscono un tesoro di esperienza e di sapienza per le nuove generazioni”. Quindi, secondo il pontefice sarebbe un “grande errore” “non domandare agli anziani le loro esperienze o pensare che parlare con loro sia una perdita di tempo”.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Sir