Nota politica. Un impegno comune: le parole di unità e di speranza del presidente Mattarella
I passaggi principali nel recente videomessaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Il recente videomessaggio del presidente della Repubblica è, nella sua interezza, “politico” nel senso più alto e più autentico del termine. Il capo dello Stato ha parlato delle sorti della casa comune e si è rivolto a tutti i cittadini, il cui senso di responsabilità “è la risorsa più importante su cui può contare uno stato democratico in momenti come quello che stiamo vivendo”. Tuttavia gli analisti hanno voluto attribuire a due passaggi del discorso un particolare rilievo “politico” nel senso più specifico in cui correntemente si intende questo termine. Il primo di questi passaggi, nell’ordine di esposizione, è rivolto all’Europa: “Sono indispensabili ulteriori iniziative comuni, superando vecchi schemi ormai fuori dalla realtà delle drammatiche condizioni in cui si trova il nostro Continente”. Un richiamo forte, esigente, che ha avuto immediata eco a livello internazionale. Il secondo passaggio punta lo sguardo sulla situazione interna per chiedere “un impegno comune fra tutti: soggetti politici, di maggioranza e di opposizione, soggetti sociali, governi dei territori”.
A ben vedere, se diversi sono gli interlocutori immediati, in entrambi i casi la chiave di lettura è che soltanto insieme si può fronteggiare e superare l’emergenza planetaria in cui tutti siamo immersi. E se qualcuno – sia livello di Stati, sia a livello di forze politiche e istituzioni locali – si illude di poter fare da solo o di poter sfruttare la situazione per fini di parte, danneggia se stesso e gli altri. Basti pensare a quanto sta accadendo negli Usa o nel Regno Unito.
Dal punto di vista del nostro Paese, i due aspetti hanno anche un altro tipo di legame: la nostra credibilità, diciamo pure la nostra forza nel braccio di ferro epocale che è in corso in Europa e in cui si gioca il futuro stesso dell’Unione, dipende anche dalla capacità che avremo di mostrarci uniti. Se lascia sgomenti la miopia di alcuni Stati europei di fronte alla portata inedita di quanto sta accadendo, dobbiamo essere consapevoli che quegli stessi Stati vedono invece benissimo i tentativi in corso in Italia per indebolire la leadership del governo in carica. Quando il presidente della Repubblica si rivolge ai partiti “di maggioranza e di opposizione”, in questa sottolineatura c’è forse anche la volontà di evitare che gli si attribuiscano chissà quali progetti di altri esecutivi, di governissimi o simili, magari strumentalizzando il suo costante richiamo a “unità e coesione sociale”. Questo è il momento in cui ognuno deve stare al proprio posto e fare fino in fondo la propria parte cooperando nello sforzo comune, come stanno facendo milioni di italiani.
E’ anche il momento di pesare le parole che si pronunciano nel dibattito pubblico. Alla Ue bisogna chiedere con energia e con capacità di costruire alleanze un salto di qualità storico. Ma bisogna farlo in nome dell’Europa, non contro di essa. E con proposte serie, senza agitare argomentazioni fantasiose come – per esempio – la possibilità di stampare più moneta. Così si fa il gioco dei falchi. O dei gufi.