"Non fare lo struzzo": UrbArt porta all'Arcella una scultura di legno per riflettere su rifiuti e inquinamento
Su via Guido Reni, gli artisti del duo ChiTon hanno realizzato uno struzzo che tira fuori la testa dalla sabbia stringendo nel becco una lattina. Il messaggio, provocatorio e da monito, vuole spronare i cittadini a riflettere sul tema rifiuti, contro gli eccessi e gli sprechi. L'opera, realizzata lavorando su tronchi di alberi che hanno terminato il ciclo vita, rientra nel progetto UrbArt che vuole portare sculture radicate nei quartieri per creare un'esposizione permanente di arte e natura nel territorio urbano.
C’è uno struzzo che si aggira in città e se dovesse stringere una lattina di birra nel becco non toglietela! Domenica 16 giugno, lungo via Guido Reni, nel quartiere Arcella è stata inaugurata l’opera del duo ChiTon, composto da Claudia Chiggio e da Roberto Tonon, realizzata lavorando su due ceppaie nell'ambito di UrbArt, progetto pensato da Sara Celeghin di Marga pura e Teatro invisibile con l’idea di trasformare alcuni alberi destinati all'abbattimento in sculture che restano radicate nei quartieri e in un'esposizione permanente di arte e natura nel territorio urbano.
I due tronchi poco distanti l’uno dall’altro rappresenteranno uno struzzo che infila il collo e la testa sotto terra per farla poi emergere, a sorpresa, dall’altra parte della strada. Perché la lattina di birra? La collocazione dei due tronchi, che dialogano tra i cassonetti dei rifiuti, è una provocazione e anche un monito per stimolare i residenti sul tema più ampio dell’emergenza rifiuti e dell’inquinamento che affligge l’intero pianeta.
Una riflessione sul senso di comunità e rispetto civico
“Non fare lo struzzo!”, infatti, è un invito a tutti noi per ricordare che non dobbiamo mettere la testa sotto la sabbia: riciclare, smaltire nel rispetto dell’ambiente, consumare senza eccessi, deve diventare un atto di quotidiana responsabilità e di normale civiltà alla portata di tutti. «Quando Sara ci ha proposto di intervenire su questi due tronchi era ancora inverno e abbiamo visto attorno diversi cassonetti e su uno di essi era appoggiato anche un lavandino – raccontano i due artisti di ChiTon – così ci è venuto spontaneo partire da un messaggio di sensibilizzazione per invitare i cittadini a compiere atti di gentilezza verso sé stessi e verso gli altri residenti. E’ una riflessione sul senso di comunità, sul rispetto civico e anche pensando al verde, alla natura».
Come detto lo struzzo di legno rientra nel progetto UrbArt, alla sua prima edizione partita a settembre con un’opera realizzata al parco Milcovich e che terminerà a settembre 2019 con un percorso ciclo-pedonale che permetterà a cittadini e turisti di visitare le opere e vedere alcuni luoghi periferici con uno sguardo rinnovato. Il progetto è sostenuto dalla fondazione Cariparo attraverso il bando “CulturalMente” e si svolge in collaborazione con il Comune di Padova e i partner tecnici Stihl e B&B artigiana: «Chi passeggia in montagna avrà visto più volte opere simili scolpite sul legno, ma in città è davvero inusuale e Padova è tra i primi comuni a credere in questa forma artistica – spiega Chiara Gallani, assessora al verde e all'ambiente – Siamo costretti a perdere alberi per termine del loro ciclo vita e in alcuni casi riusciamo a tenere memoria perché loro sono memoria della nostra vita. Quando si fanno queste sculture si mettono assieme piccoli pezzi, dal verde alla bellezza e anche momento rituale con i residenti che vivono la fase di costruzione dell'opera sentendola propria».
Le altre opere in giro per Padova
• “Il gioquilibrista urbano” di Gianluigi Zeni al Parco Milcovich
• “Il tuffatore” di Matteo Gandini in via Sacro Cuore
• “Aspettando il cielo” di Mauro Pietro Gandini in via Sacro Cuore
• “Intus legere” di Marco Zecchinato all'incrocio tra via Sorio e via Castelfidardo
• “Basta una goccia...Una parola” di Daniela Romagnoli nella scuola elementare Ricci Curbastro
• “Smart-is” di Lara Steffe nella scuola materna Bertacchi