I bambini e i ragazzi delle scuole cattoliche hanno incontrato il vescovo Claudio per la messa di fine anno scolastico
Quanti colori stamattina, 1° giugno, in Cattedrale a Padova. I colori dei bambini e ragazzi delle scuole cattoliche e di ispirazione cristiana della Diocesi, che a fine anno scolastico – insieme a insegnanti, dirigenti scolastici, educatori, genitori, parroci... – hanno vissuto l'eucaristia con il vescovo Claudio, animata dal coro della scuola Sacro Cuore di Cadoneghe. Hanno concelebrato, tra gli altri, don Giorgio Bezze, direttore dell'Ufficio diocesano di pastorale dell'educazione e della scuola, della cultura e dell'università – che ha promosso la mattinata con Fidae e Fism Padova – don Marco Piva, incaricato per le scuole paritarie cattoliche presenti in Diocesi, don Cesare Contarini, presidente della Fondazione Bortignon.
Per la messa, in particolare, si sono riuniti i più grandi, dalla scuola primaria alla secondaria di secondo grado. Alla fine, poi, in piazza Duomo si sono aggiunti i piccoli delle scuole dell'infanzia. E la festa si è fatta ancora più colorata."Particolare" – potremmo dire – il Vangelo di Marco che bambini e ragazzi hanno ascoltato oggi (10,46-52). "Particolare" perché contiene il motto scelto dal vescovo Claudio, quando è stato ordinato: «Coraggio! Alzati, ti chiama!». «Ho passato tanto tempo di questo Vangelo – ha confidato a bambini e ragazzi – Mi ha sempre colpito che le parole che ho scelto per il mio motto non le ha dette direttamente Gesù, ma i suoi discepoli. E poi mi sono chiesto, pensando a Bartimeo che è cieco: cosa significa la sua cecità? È solo una questione fisica o altro?».
Il fatto che Gesù – quando Bartimeo grida per richiamare la sua attenzione – incarichi i suoi discepoli di chiamarlo è, secondo il vescovo, un mandato «non tanto per bambini e ragazzi, ma per noi adulti. Gesù ci chiede di "andare a dire" agli altri. Cosa? Coraggio! Ma non solo a chi è cieco per vari motivi: a tutti. Ci manda a dare – con questa parola – una prospettiva, un orizzonte nella vita. Anche la parola "Alzati" è rivolta a noi adulti: può capitare che ci sediamo, nella vita, e si spenga la gioia di vivere. E poi c'è – per tutti – quel "ti chiama": non è che qui sia nascosta una chiamata a vivere? Queste sono "cose" soprattutto per i grandi: insegnanti, genitori, ragazzi più grandi... "Cose" che danno una prospettiva, danno senso alla vita, portano a vederci di nuovo e a camminare con Gesù. Si guarisce, come Bartimeo, se assumiamo su di noi gli stessi pensieri e gli stessi orizzonti di Gesù».
E ha concluso: «Questo Vangelo, che ci ha portato qui a riunirci, è per tutti noi: bambini, ragazzi e adulti. Le parole di Gesù – "Coraggio! Alzati, ti chiama!" – sono per qualsiasi età».
Mentre bambini e ragazzi propongono le loro preghiere dei fedeli – per i loro educatori, per la pace nel mondo, per gli alluvionati dell'Emilia Romagna, per la Chiesa e per tutti i presenti – si comincia a percepire un vociare che viene da piazza Duomo. Sono i piccoli delle scuole dell'infanzia. La piazza si sta animando con i loro canti – guidati da Chiara Cavaliere, presidente regionale di Fidae e direttrice delle scuole della Fondazione Irpea Ets – con i loro applausi (sempre più forti alla fine della messa, mentre i più "grandi" escono in piazza, per chiamare il vescovo Claudio), con i loro cappellini colorati e con i cartelloni che hanno preparato, su cui ci sono i loro messaggi di pace.
Prima dei saluti del vescovo, quelli di don Giorgio Bezze: «Grazie a tutti. A voi ragazzi, agli insegnanti, ai genitori (primi educatori) e a quanti si prodigano per la scuola. E grazie a tre associazioni: Fism, Fidae e Agesc».
E don Claudio: «Leggo sui vostri cartelloni la parola "pace". È una parola bella che ci riguarda tutti. Vi auguro che bambini e ragazzi diventino donne e uomini di pace». Questo augurio è stato accompagnato da un volo di colombe, che – compatte – hanno sorvolato alcune volte piazza Duomo, quasi a dire "la pace si fa insieme", e poi hanno preso la loro strada.
In conclusione, il vescovo: «Chiedo ora ai più "grandi", che hanno ricevuto la benedizione alla fine della messa, di benedire i più piccoli. Benedire significa: dire bene al Signore degli altri... Lo facciamo insieme».
(per le foto e il video si ringrazia l'Ufficio Scuola della Diocesi)