Grazie ai Carabinieri, torna a casa la Pietà di Lugo
Dopo 53 anni la statua della Vergine è pronta per rivedere la chiesa di Lugo da cui fu sottratta da ignoti ladri. Un ritorno che avviene anche simbolicamente in concomitanza con le celebrazionni dell'Addolorata.
Oltre dieci lustri di indagini e ricerche hanno portato al ritrovamento della scultura ancora in buone condizioni ma che ora necessita di un ulteriore restauro prima di poter tornare stabilmente al culto dei fedeli.
Le foto dei primi anni sessanta non le rendono giustizia ma sono state comunque indispensabili per consentire agli inquirenti di identificarla senza ombra di dubbio: quella statua lignea, rinvenuta nella casa di un privato — probabilmente il ricettatore — residente in Umbria è proprio la Pietà che per secoli ha accompagnato i fedeli di Lugo, nel vicariato veneziano di Campagna Lupia.
«Un dono sorprendente e inaspettato — trattiene a stento l'entusiasmo don Andrea Zanchetta, parroco di Calcroci e di Lughetto — un dono della Provvidenza che si fa materia attraverso l'Arma dei carabinieri e richiama tutti noi alla fede dei nostri avi».
In pochi ancora speravano di rivedere nuovamente, integra e ben conservata, la scultura lignea della Beatae Virginis Dolentis miculis clarae che fu trafugata dalla pieve di Lugo nell'agosto del 1966. La notizia del ritrovamento si è sparsa rapidamente e la memoria di tutti è tornata a quei giorni in cui il furto sacrilego aveva sconvolto la piccola comunità di fedeli.
Di quello spoglio rimangono la denuncia presentata alla locale stazione dei Carabinieri di Bojon e l'impegno che l'Arma ha portato avanti nel corso dei decenni, culminato con l'iniziativa del Nucleo tutela patrimonio culturale di Venezia e dalla Procura di Terni.
Già nel maggio del 1778 l'allora Vescovo di Padova menzionava la Pietà di Lugo nei diari della sua visita pastorale descrivendola come venerata e miracolosa, ma le origini della scultura pare siano molto più antiche.
«La scultura risale probabilmente al 1400 — spiega il dottor Andrea Nante che ha seguito tutto l'iter di recupero della Pietà, dal 2017 ad oggi — il panneggio della veste la rende pre-rinascimentale o tardo gotica. L'abbigliamento, poi, è della fine del 1300».
Saranno necessari ancora lunghi studi per acclarare di preciso quando le abili mani di un artigiano hanno iniziato a scolpire questo legno di pioppo, segnale forse di una probabile origine nordica del manufatto.
Un primo restauro è stato compiuto nel corso dei decenni dai vari ricettatori che l'hanno abusivamente mercanteggiata, garantendo alla scultura una conservazione nient'affatto scontata nonostante il valore sul mercato prossimo al mezzo milione di euro.
Ora quel valore dovrà essere messo in sicurezza attraverso un ulteriore restauro conservativo e, soprattutto, attraverso la messa in sicurezza della chiesa di Lugo dove si spera possa tornare quanto prima.
Un valore storico, artistico ed economico di cui dovranno farsi carico le istituzioni e che richiederà ancora diverso tempo ma, soprattutto, un valore devozionale che merita di poter tornare all'affetto dei fedeli con la sicurezza di rimanervi ancora per molti decenni.
Le celebrazioni
Sabato 14 alle ore 18 le celebrazioni per il ritorno della Pietà avranno inizio nel piazzale antistante la piccola chiesa del borgo, alla presenza del Vicario Generale e delle autorità civili e religiose del paese.
La serata procederà con un concerto di violoncello alle ore 20 e, dalla mezzanotte, i fedeli potranno partecipare all'adorazione eucaristica che terminerà la mattina di domenica con la preghiera delle lodi.
Domenica mattina alle 10.30 verrà celebrata la Santa Messa solenne per la festa di Maria Addolorata, seguirà alle 15.30 il rosario.
Alle 20.30 chiusura dei festeggiamenti con il concerto dei tre cori delle parrocchie di Lughetto, Lova e Campagna Lupia.