Gmg. Quali ricadute pastorali. L'incontro tra preti e referenti con il vescovo Claudio dopo Lisbona

Gmg Sabato scorso si è tenuto l’incontro di preti e referenti dei gruppi con il vescovo Claudio. Il vescovo ha sottolineato come non si riesca ancora a mettere insieme domande e risposte – rispetto ai giovani – nella logica della sussidiarietà. Centrale è il ruolo della parrocchia

Gmg. Quali ricadute pastorali. L'incontro tra preti e referenti con il vescovo Claudio dopo Lisbona

Far fruttificare l’esperienza della Gmg di Lisbona, certo, ma anche proseguire nel cammino iniziato con il Sinodo dei giovani di potenziamento della pastorale giovanile, ripartendo dalla centralità della parrocchia. Con questo spirito, sabato scorso 9 settembre, in 42 tra preti e referenti dei gruppi si sono dati appuntamento a Casa Sant’Andrea non tanto per una “verifica” della Gmg, quanto per cogliere le ricadute pastorali delle tante provocazioni emerse dai giorni portoghesi. Corali e ripetute le prospettive emerse nel confronto a gruppi e condivise poi con il vescovo Claudio – che ha voluto l’incontro – perché la Gmg non sia solo un evento, ma contagi la quotidianità dei giovani. Passando in rassegna bilanci e auspici, emerge quanto siano urgenti e centrali proposte di spessore sulla fede, in modo da poterla vivere in ogni ambito. Con i giovani, poi, va pensato un rapporto uno a uno, che tenga conto delle domande effettive. All’ufficio di Pastorale giovanile viene chiesta una presenza nei territori per formare equipe e accompagnatori, non tanto per creare nuove proposte, quanto per ridare energia e continuità alle esperienze già avviate. Don Mattia Francescon, dell’ufficio di Pastorale delle vocazioni, ha fatto notare quanto l’apprezzamento delle catechesi alla Gmg denoti la voglia dei giovani «di proposte di senso, non solo per parlare a Dio nella preghiera, ma anche per parlare di Dio nell’approfondimento e nella catechesi». E se alla Gmg il giovane può toccare con mano un entusiasmo e una vivacità nella fede che di solito non percepisce in parrocchia, occorre gettare, nelle comunità locali, ponti di congiunzione tra generazioni diverse perché i giovani possano percepire la fede degli adulti. La relazione tra giovani e comunità è stata menzionata in altri spunti, sia in positivo con il coinvolgimento delle parrocchie nella preparazione e nei resoconti della Gmg, sia nelle difficoltà. Per il vescovo Claudio il post-Gmg è occasione di una verifica più profonda: «Sono molto contento di questa esperienza. Ma cosa stiamo facendo per i giovani? Quello che facciamo va bene? È sufficiente? Cosa possiamo migliorare?». Di fronte a uno dei primi spunti, relativo a proposte educative più marcate sui fondamenti della fede, il vescovo Claudio ha fatto notare come il Sinodo dei giovani abbia prodotto come risultato il progetto “Simbolo”, nel quale i giovani vengono accompagnati singolarmente a pronunciare davanti alla comunità la loro professione di fede. «Ma nelle parrocchie ce ne siamo accorti? – si è interrogato il vescovo – Ci siamo accorti che la pastorale giovanile è a disposizione delle comunità? Ho la sensazione che non riusciamo ancora a mettere insieme domande e risposte secondo una logica di sussidiarietà e non di accentramento». Di nuovo, centrali le parrocchie, che sebbene aiutate, devono ciascuna «dedicare attenzione ai propri giovani, senza delegare». In coda al dibattito don Federico Giacomin, direttore di Villa Immacolata e collaboratore della Pastorale giovanile, ha visto nella Gmg «una settimana emblematica»: «Un corso di esercizi spirituali per giovani a livello mondiale che spero non venga mai a mancare», in cui ogni tassello (confessioni, eucarestia, incontro con il papa, il vescovo e comunità) è essenziale. «Dovremo ricodificare questa totalità anche da un punto di vista parrocchiale, vicariale, diocesano». Don Paolo Zaramella, direttore dell’ufficio di Pastorale dei giovani, ha consegnato alcuni elementi per la pastorale del “dopo-Gmg”: il racconto dell’esperienza come occasione di annuncio e di invito, la ripartenza dei gruppi per la condivisione e l’ascolto della parola di Dio, la valorizzazione delle proprie “radici di gioia”».

Diocesi di Padova e Chioggia, ritrovo post Gmg

“Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente (Lc 1,49)” è il titolo scelto per l’incontro post Gmg delle Diocesi di Padova e Chioggia, in programma il 23 e 24 settembre a Chioggia. Sarà un momento con gli stessi ingredienti della Gmg e l’occasione bella per rivedersi e ricordare i momenti più forti dell’esperienza.

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