Global Strike For Future: “Salvare il pianeta, ora!”
Migliaia di studenti hanno aderito al Global Strike For Future, lo sciopero mondiale per la salvaguardia del pianeta, promosso dal movimento #FridaysForFuture e lanciato dalla 16enne Greta Thunberg
– “Che cosa vogliamo?”
– “Salvare il pianeta, ora!”
La risposta, univoca e corale, l’hanno gridata, oggi a Roma, le migliaia di studenti che hanno aderito al Global Strike For Future, lo sciopero mondiale degli studenti per la salvaguardia del pianeta, promosso dal movimento #FridaysForFuture e lanciato dalla 16enne Greta Thunberg, candidata recentemente al premio Nobel per la pace e diventata simbolo della lotta ai cambiamenti climatici, sui quali, tra l’altro, l’Onu nei giorni scorsi ha lanciato un allarme.
Il corteo romano è partito dal Colosseo per arrivare a fianco dell’Altare della Patria.
Colorati, confusionari e disordinati, come la loro giovane età prevede, ragazzi di ogni età hanno raggiunto piazza Venezia, ritrovo dell’evento.
Un piacevole “chiasso con saggezza” – come direbbe Papa Francesco – ha invaso e paralizzato il centro della città.
“È necessario – spiegano gli studenti -. Non c’è più tempo e ci sono delle urgenze non più rimandabili. Salvare il pianeta è una di queste. Il futuro è nostro. Saremo noi ad abitare il mondo di domani e non vogliamo quello che i nostri governanti ci stanno lasciando. C’è un problema e non lo si sta risolvendo. Il tempo stringe”.
“Siamo qui per cambiare il sistema, non il clima – continuano i ragazzi -. Dobbiamo prendere coscienza che questo è l’unico mondo che abbiamo”.
Non esiste un “pianeta b” e nemmeno un “piano b” (there’s no plan(et) b), come recita uno dei cartelli esposti dalla piazza: “Se non quello d’invertire la rotta e capire che siamo arrivati agli sgoccioli. La politica lo deve capire, la situazione non è più rimandabile”. “E se non lo capirà – è il monito lanciato dagli studenti – cambieremo la politica prima che il clima. Per questo oggi abbiamo chiuso le scuole e siamo scesi in piazza. Ci hanno accusato di non voler studiare. Vogliamo studiare, invece, ma per farlo abbiamo bisogno di garantirci un futuro vivibile”.
Numerosi gli slogan che hanno accompagnato la protesta dei ragazzi. Maschere, musica e momenti di svago hanno fatto da cornice a una protesta necessaria e irriverente. “Ci siamo rotti i polmoni”, è la provocazione di un cartello che campeggia sulla piazza.
“Aò, ma volemo salvà ‘sta terra?”, è invece l’appello di una ragazza romana che sottolinea: “Stanno tagliando le ali al nostro futuro”.
E ancora, spiegano i più grandi colpiti dalla protesta spontanea di una generazione che troppo spesso è stata considerata passiva e noncurante dei problemi globali: “Se loro sono il nostro presente, il futuro sarà bellissimo!”
Andrea Regimenti