Giornata del seminario, domenica 27 settembre. "Grazie Signore, a denti stretti"
Giornata del seminario. Domenica 27 in Diocesi di Padova la ricorrenza che, a fronte dei numeri, deve interrogare le comunità cristiane: il Signore chiama ancora qui? Non è il momento di disperarsi, semmai di osare
La Giornata del seminario chiude il mese di settembre dedicato a questa istituzione dove da 350 anni vengono formati i giovani che si preparano a diventare guide e pastori delle nostre comunità cristiane. Le parole di san Gregorio Barbarigo, che abbiamo scelto come slogan per questa giornata, vogliono rendere omaggio al grande vescovo che il 4 novembre 1670 ha aperto la nuova sede del seminario diocesano che già da cent’anni esisteva e operava nei pressi della Cattedrale. Vorrei richiamare quattro aspetti che porto nel cuore per questa giornata.
Prima di tutto un grazie al Signore “a denti stretti”, mi viene da dire. Saranno 25 i seminaristi del Maggiore con quattro nuovi ingressi in primo anno. Dieci, invece, gli adolescenti che hanno già iniziato l’anno formativo al Minore. Un solo ingresso a casa Sant'Andrea dove, grazie alla presenza di due giovani della diocesi di Belluno, riusciremo a far partire l’esperienza comunitaria dell’anno propedeutico. Un grazie al Signore “a denti stretti” perché ci rendiamo conto che, nonostante la preghiera insistente e le tante attività vocazionali, non riusciamo a fare dei passi significativi in avanti. Per una Diocesi così grande come Padova i numeri non possono non interrogarci.
La seconda questione che porto nel cuore è il discernimento importante che ci attende. Cominceremo a riflettere con le diocesi vicine per vedere se è possibile pensare a una casa Sant'Andrea interdiocesana che permetta un’esperienza comunitaria significativa visti i numeri che riguardano tutte le Diocesi del Triveneto. Lo stesso discernimento riguarda il futuro del seminario Minore vista l’esiguità dei numeri. Va detto che è già in atto un ripensamento del Minore che prevede una piccola comunità residente e tanti altri piccoli “satelliti” che sono i gruppi vocazionali e alcune particolari esperienze per adolescenti nelle zone della Diocesi; la comunità residente in questo quadro ha un valore importante come riferimento e testimonianza di un particolare percorso vocazionale.
Una terza riflessione riguarda la questione strutturale ed economica. Ringraziamo il Signore per la conclusione della lunga e travagliata vicenda dell’ex seminario di Tencarola anche se il debito che ci ritroviamo tra le mani ci preoccupa molto. Per farvi fronte sarà necessario vendere parte del patrimonio accumulato nei secoli che però è anche uno dei mezzi principali che permettono la vita del seminario. C’è poi l’edificio del Maggiore che ha bisogno di interventi importanti mentre quello del Minore è una grande risorsa per la Diocesi ma è troppo grande e dispendioso per i pochi seminaristi che ci abitano. Ci stanno davanti scelte importanti e necessarie che esigono una progettualità che deve considerare gli ambienti del seminario dentro una più ampia progettualità diocesana. La gestione economica dell’ente seminario esige coraggio, saggezza, competenza e professionalità; anche per questo stiamo cercando di rinforzare questo ambito oggi così delicato.
Infine non può mancare una riflessione sulla pastorale vocazionale. Non possiamo negare che la vocazione al presbiterato e alla vita religiosa sia un tema marginale nelle nostre attività pastorali. Abbiamo timore di parlarne, ci sembra di osare troppo, di chiedere cose di altri tempi. Abbiamo timore di dire a un giovane: «Forse il Signore ti chiama»; «Hai mai pensato di farti prete?». E se molti genitori hanno escluso dal proprio orizzonte questo futuro per i loro figli ponendo sempre mille ostacoli alla scelta del figlio, anche noi preti spesso pensiamo che sia arduo proporre a un giovane quella vita che noi oggi ci troviamo a vivere, troppo imbrigliata nelle questioni economiche e gestionali. La pastorale vocazionale per questi e anche per tanti altri motivi sembra un’aquila incatenata che non riesce a prendere il volo e mostrare la bellezza di volare.
La Giornata del seminario non dev’essere comunque un giorno di lacrime amare per la carenza di preti o per i grandi edifici dei nostri seminari quasi vuoti; dovrebbe essere un giorno luminoso in cui sentire rivolte a tutti parole di speranza e salutari provocazioni a osare. Dovrebbe essere un tempo in cui chiederci se le nostre comunità sono luoghi in cui la chiamata di Gesù risuona e riesce a toccare il cuore dei giovani.
Il nuovo anno formativo al Maggiore
"La pietra angolare" è il tema del percorso formativo 2020-2021 che, settimana dopo settimana, accompagnerà il cammino dei seminaristi del Maggiore. Sono sei i temi che ciclicamente nutrono il percorso verso il presbiterato: “La pietra angolare” sul Credo; “Lungo il mare di Galilea” sulla vocazione; “Perché stessero con lui” sulla vita comunitaria; “Come guaritori feriti” sulla figura del prete oggi; “Con voi cristiano, per voi prete” sull’identità del prete; “Duc in altum” sulla maturità del prete.
Quest’anno il percorso riparte dal primo tema diviso in varie unità formative ciascuna delle quali prevede un’introduzione, una lectio biblica, un’istruzione più sistematica, l’incontro con la figura di un santo e un momento di condivisione finale.
Accanto alla formazione spirituale, che prevede anche un ritiro mensile e gli esercizi spirituali annuali, il cammino formativo considera lo studio della teologia, il percorso di crescita umana, il dialogo personale e il tirocinio pastorale nel fine settimana parti del progetto formativo del seminario.
Come sostenere il seminario, tre attenzioni per le comunità
Tre attenzioni per le comunità nella Giornata per il seminario. Anzitutto sensibilizzare i cristiani sull’importanza di questa “particolare esperienza di Chiesa”, sul significato del ministero del prete come pastore e guida di una parrocchia. In secondo luogo, la preghiera per le vocazioni e per il seminario (vedi www.seminariopadova.it). Infine, il sostegno economico attraverso le offerte.