Giornata contro la tratta, l’impatto della pandemia peggiora le condizioni delle vittime

Donne relegate al chiuso, che subiscono violenze e abusi anche psicologici e hanno grosse difficoltà a chiedere aiuto. Martedì 8 febbraio il centro Pime, Caritas ambrosiana e Mani Tese promuovono il convegno “Traffico di esseri umani e nuove schiavitù”. Fabio Agostoni: “C’è una connessione diretta tra l’aumento della povertà dovuto alla pandemia e la crescita del traffico di esseri umani”

Giornata contro la tratta, l’impatto della pandemia peggiora le condizioni delle vittime

Donne relegate al chiuso, che subiscono violenze e abusi anche psicologici e hanno grosse difficoltà a chiedere aiuto. La pandemia ha ulteriormente aggravato le condizioni di vita delle vittime di tratta costrette a prostituirsi. In occasione della Giornata mondiale contro la tratta, martedì 8 febbraio il centro Pime, Caritas ambrosiana e Mani Tese, promuovono il convegno “Traffico di esseri umani e nuove schiavitù. L’impatto devastante del Covid-19 sulle vittime in Italia e nel mondo”, un momento di riflessione e ascolto di testimonianze.

“L’emergenza legata al Covid-19, aumentando la vulnerabilità delle persone, in particolare di chi era già in povertà e legato all’economia informale, ha reso più difficile trovare sostentamento economico”, afferma Fabio Agostoni, avvocato della Comunità Papa Giovanni XXIII, che dal 2012 al 2019 ha lavorato a Ginevra come osservatore dialogando con il Consiglio Diritti Umani dell’Onu. “È un fenomeno che si vede chiaramente dal Global report on trafficking in persons dell’agenzia Onu Unodc: è cresciuto il rischio che chi è in una situazione di grande fragilità possa diventare vittima di traffico di esseri umani. Al tempo stesso, la pandemia ha reso queste persone ancora più invisibili: con la stretta sulle migrazioni, i meccanismi di protezione che avevano messo in campo gli stati nella pratica sono stati indeboliti, e purtroppo sono sempre meno utilizzati”.
Il convegno, in programma dalle 18.30 alle 20 a Milano in via Mosè Bianchi 94 (con diretta streaming sui canali YouTube e Facebook degli organizzatori), si inserisce nel percorso di avvicinamento al Festival della Missione 2022. Il programma prevede un primo panel dal titolo “Mondo: sempre più poveri e vulnerabili”, dove oltre a Fabio Agostoni ci saranno le testimonianze video di Mani Tese con Damnok Toek dalla Cambogia e Achille Tepa dal Benin. Nella seconda parte della serata, dal titolo “Dalla strada all’indoor, tra invisibilità e segregazione”, ci si concentrerà invece sul contesto italiano, con l’intervento di Vito Mariella, vice-direttore della Caritas Bari-Bitonto, la testimonianza di Joy Ezekiel, autrice di Io sono Joy, con Mariapia Bonanate, e l’accompagnamento musicale di Raymond Bahati.

Con la pandemia, la prostituzione in strada si è spostata: molte donne adesso lavorano online – si parla infatti di e-trafficking, racconta Agostoni. “Oppure si nascondono nell’indoor, nelle case. In ogni caso, sono scomparse dalla strada, il che rende più isolate, meno riconoscibili e poco raggiungibili. Il risultato è che è più difficile che denuncino, perché sono molto più sole”. Questo comporta anche che si stia registrando un aumento dello sfruttamento sessuale nei paesi di transito verso l’Europa: le ragazze nigeriane vittime di tratta che prima venivano portate in Italia, ora molte volte restano in Libia, perché lì c’è più mercato.

Rispetto alle rotte del traffico di esseri umani, il Mediterraneo si conferma ancora uno degli assi principali, così come la frontiera tra la Bosnia e la Croazia, dove passa il corridoio che viene dalla Turchia e dalla Grecia, ma anche il confine tra Polonia e Bielorussia. “Formalmente, esistono dei protocolli internazionali utili a identificare la vittima di tratta”, spiega Agostoni. “Eppure, perché una persona ottenga questo status, occorre che ci sia un’autorità che faccia indagini, ma questo accade sempre meno”.

L’esempio per eccellenza è l’Afghanistan, che ha avuto molta visibilità mediatica. “Quando le agenzie internazionali, le diplomazie e le associazioni hanno deciso di lasciare il paese, hanno organizzato voli per far espatriare chi aveva collaborato con loro, che si sarebbe trovato in una situazione di grave pericolo”, dice Agostoni. “Purtroppo, non tutti sono riusciti a prendere quei voli: le persone che non ce l’hanno fatta, poi, avranno iniziato una migrazione forzata che le avrà portate molto probabilmente ad affidarsi a trafficanti e diventare vittime di tratta. C’è una connessione diretta tra l’aumento della povertà dovuto alla pandemia, l’instabilità politica e sociale e la crescita delle vittime di tratta e del traffico di esseri umani, ma anche altri fenomeni collegati come i matrimoni precoci, la vendita degli organi o il lavoro forzato. È aumentata la pressione sulle frontiere tra il mondo ricco e il mondo povero, e oggi i più vulnerabili sono ancora più soli”.

Alice Facchini

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)