Traslazione Livatino, Canicattì ha abbracciato il suo figlio prediletto
In un caldo pomeriggio di marzo, con tantissime persone a seguire il feretro, si é tenuta la traslazione del corpo del beato giudice dalla cappella del cimitero cittadino alla Chiesa Santa Chiara.

Chi sabato 15 marzo é stato a Canicattì, ha avuto la possibilità di esser parte e vivere un momento storico. La città, e non solo, si è stretta attorno al suo figlio prediletto, il beato Rosario Livatino, dimostrandogli l’affetto e l’amore che, forse in vita, non ha avuto la capacità di dimostrargli.
In un caldo pomeriggio di marzo, con tantissime persone a seguire il feretro (vedi), si é tenuta la traslazione del corpo del beato giudice dalla cappella del cimitero cittadino alla Chiesa Santa Chiara.
Nella mattinata, al Palazzo vescovile di Agrigento, si é tenuto il giuramento del Tribunale ecclesiastico con la nomina del delegato episcopale per la traslazione e la ricognizione canonica, del promotore di Giustizia, del notaio, dei periti medico-anatomici, dei tecnici e dei testimoni. (vedi qui)
Nel primo pomeriggio i componenti del tribunale, alla presenza del clero locale, delle autorità civili e militari della Città e provincia, dei rappresentanti della comunità civile ed ecclesiale, hanno preso parte al momento in cui si è proceduto con l’estumulazione del corpo del beato Livatino. L’Arcivescovo, dopo avere tolto i sigilli posti all’ingresso della cappella, ha ordinato, agli addetti all’operazione, di procedere alla apertura della sepoltura e all’estrazione della cassa lignea contenente il corpo del beato Livatino. Tolta la lapide e aperto il loculo, la cassa lignea, trovata in uno stato di buona conservazione, é stata sistemata in una ulteriore cassa in zinco ed avvolta in un drappo rosso. Sul feretro é stato adagiato il libro dei Vangeli.
Dal Cimitero é poi partito il corteo (vedi) che ha attraversato le vie Nazionale, Capitano Ippolito, piazza IV novembre, corso Umberto. Una prima sosta é stata fatta davanti il Palazzo di Città, dove la cassa con i resti mortali del beato giudice, é stata posta su un carrello processionale che, spinto a mano, ha raggiunto la Chiesa San Diego, sulla cui facciata campeggiava il motto con cui il beato vergava le sue agende: “Sub Tutela Dei”.