Coronavirus. Don Paolo Zaramella e l'accompagnamento spirituale a distanza: "Per i giovani nativi digitali è estremamente naturale"
Improvvisamente è sfumato tutto, come quando stai lavorando a computer e salta la corrente: lo schermo diventa nero. Come penso per moltissimi tra noi, l’agenda è diventata improvvisamente vuota: nessuna riunione, nessun programma, nessun promemoria.
Nei primi momenti, pensavo che la situazione avrebbe consentito almeno gli incontri personali, con i giovani e qualche adulto che accompagno spiritualmente. Invece da qualche giorno, lo sappiamo bene, bisogna evitare ogni contatto.
E così ho cercato altre strade per non perdere il contatto, per non far saltare la relazione, forse anche, lo confesso, per sentirmi meno solo e “inutile” anch’io: strade quasi del tutto ignote per me fino a qualche giorno fa (avevo usato solo raramente Skype). Ero certo fin dall’inizio che non bastava sentirsi per telefono o leggersi via messaggio. L’incontro ha comunque bisogno di uno sguardo, di occhi che si incrociano, di espressioni delle voce, di mani che si agitano nell’aria dando forma ai pensieri.
E adesso, dopo solo qualche giorno, mi sembra di essere un po’ meno imbranato, tanto da dispensare consigli anche ad altri preti e laici e spingendoli ad attrezzarsi per queste settimane.
Ho iniziato mandando un messaggio whatsapp ai giovani che venivano in Ufficio di Pastorale dei Giovani per l’accompagnamento spirituale una volta al mese. Un semplice: “Ciao! Come stai? Purtroppo in questo periodo non possiamo vederci di persona ma, se ti va, possiamo incontrarci online”. Hangout, Zoom, Skype… Alcune piattaforme me le hanno fatte conoscere loro, i ragazzi.
Ho scoperto una modalità concreta ed efficace per portare avanti i cammini di ricerca vocazionale, le domande, i discernimenti, passaggi della loro vita spirituale, la preparazione al Matrimonio della prossima Estate. Abbiamo pregato, letto insieme dei testi, approfondito dei salmi, aprendo la Bibbia online o altre pagine web. In alcuni casi, ci siamo serviti anche di video su youtube. Ho scoperto che incontrarsi così, sul web, consente modalità inedite, si possono condividere in tempo reale link, materiali, testi, immagini che integrano e arricchiscono l’accompagnamento spirituale, si può educare alla lettura del Vangelo del giorno o della Liturgia delle Ore.
La cosa che più mi ha sorpreso è che, nonostante il mio imbarazzo iniziale, per loro, i giovani nativi digitali, incontrarsi in questa modalità era estremamente naturale e si aprivano e si raccontavano con la stessa naturalezza con cui lo fanno normalmente nel mio Ufficio.
Un accompagnamento spirituale a distanza è possibile. Anzi, in questi giorni potrebbe essere proprio una bella possibilità. Sicuramente, da provare.
Don Paolo Zaramella,
direttore ufficio di Pastorale dei giovani