Caro bollette in parrocchia. Le parrocchie non cedono ai rincari
Caro bollette in parrocchia Non solo le famiglie stanno registrando un aumento dei costi per l’energia elettrica e il gas. Termostati nelle stanze, timer per spegnere gli impianti, pannelli fotovoltaici, lampade a led: tante le strategie in campo. Tra cui la sensibilità dei parrocchiani
Da settimane ormai ci siamo accorti degli aumenti delle bollette di luce e gas, un vero salasso per famiglie e imprese. Anche parrocchie e comunità religiose non sono esenti dai rincari e si trovano costrette a pensare a strategie nuove per affrontare i costi eccessivi. «A gennaio abbiamo riscontrato che la bolletta della luce di dicembre è praticamente raddoppiata – racconta don Mirco De Gaspari, parrocchia di Mejaniga, a Cadoneghe – Pur avendo realizzato consumi molto simili rispetto all’anno precedente, abbiamo notato grossi rincari. Per quanto ci riguarda, oltre alla chiesa e alla canonica, il consumo energetico coinvolge anche il centro parrocchiale, attivo da settembre scorso, e il bar che è stato riaperto per tre pomeriggi a settimana e la domenica mattina. Stiamo chiedendo a tutti di essere accorti, di risparmiare il più possibile e porre attenzione agli sprechi. Abbiamo fatto tarare i termostati del patronato in modo che non superino i 20 gradi e attivato dei timer che provvedono a spegnere l’impianto qualora venga dimenticato acceso».
Da dieci anni la parrocchia è dotata di un impianto fotovoltaico collocato sul tetto del centro parrocchiale, che funziona con scambio sul posto e raggiunge la potenza massima di 20 kilowatt; per quanto riguarda la fornitura di gas, invece, è collegata al Gruppo di acquisto della Diocesi. L’installazione del fotovoltaico è all’esame anche nella parrocchia di San Carlo, all’Arcella, dove sono in corso alcuni progetti insieme alla valutazione da parte dei vigili del fuoco per capire se ci sono le caratteristiche adatte alla collocazione dell’impianto. La parrocchia illumina e riscalda la chiesa, la canonica e il grande centro parrocchiale adibito da alcuni anni, tra le altre attività, ad aule studio per studenti universitari, con quasi cento postazioni e la previsione di aumentarle ulteriormente. «Qui abbiamo collocato lampade a led e un impianto con pompe regolabili e termostati in ogni stanza – spiega il parroco don Antonio Benetollo – ma ugualmente abbiamo riscontrato aumenti di metano ed energia elettrica».
Nel solo mese di dicembre la spesa supera i 9 mila euro, tanto che la parrocchia si appella alla sensibilità dei fedeli, chiedendo un contributo. «Il progetto di riqualificazione energetica che abbiamo in mente è molto importante – aggiunge il vicario parrocchiale, don Diego Cattelan – prevede la sistemazione del fotovoltaico e il cambio della caldaia con una di tipo elettrico. Negli ultimi anni abbiamo sostituito tutte le lampade, anche in chiesa, preferendo quelle a led. Nel centro parrocchiale è stato collocato un sistema domotico di riscaldamento con controllo da remoto, questo permette di evitare gli sprechi e spegnere l’impianto qualora non ne sia necessario l’utilizzo; sono piccole cose ma tutto aiuta. Certo anche gli infissi richiederebbero una sostituzione, ma lo stabile è grande e con molte vetrate...».
Il problema non è davvero da poco soprattutto per le comunità parrocchiali che si trovano in luoghi dove il freddo invernale si fa più pungente, come in montagna. Ad Asiago, per esempio, il consiglio parrocchiale per la gestione economica sta verificando tutte le fatture energetiche dell’ultimo periodo per capire di quale entità sono gli aumenti e valutare quali strategie adottare in una realtà dove, oltre alla chiesa, sono presenti il centro parrocchiale, il bar e il cinema, e solo il Duomo di San Matteo l’anno scorso ha visto lievitare i costi fino a 30 mila euro. A Cittadella la comunità dei Frati minori ha informato i fedeli che le offerte raccolte nelle quattro celebrazioni di domenica scorsa saranno utilizzate per sostenere le spese di riscaldamento della struttura, aggiungendo al messaggio un “grazie di cuore” per la generosità di quanti offrono un sostegno concreto.
Gli aumenti energetici di questi mesi sembrano accelerare un processo di transizione energetica già iniziato in alcune parrocchie, se non materialmente, almeno nei ragionamenti dei consigli per la gestione economica. A Casalserugo è presente un nuovo centro parrocchiale, inaugurato pochi mesi fa, dotato di pannelli fotovoltaici e pompa di calore.
Nonostante questo, i rincari si fanno sentire anche qui con aumenti fino al 30 per cento; mentre il parroco chiede alla comunità e a chi usufruisce degli spazi parrocchiali di fare attenzione ai consumi, il consiglio pastorale si interroga su quanto saranno sostenibili questi costi. Chi ha messo in atto una strategia di controllo dei consumi è l’unità pastorale di Castelbaldo dove i consigli economici hanno ragionato su una gestione intelligente, regolando il tempo di accensione. Il parroco moderatore don Lorenzo Mischiati ha informato i fedeli che il riscaldamento viene acceso prima delle funzioni per essere poi ridotto e spento. Con i consigli pastorali di Masi, Castelbaldo e Piacenza d’Adige è in corso inoltre una riflessione per concentrare le attività, alternativamente, su ogni singola parrocchia; un modo, anche questo, per responsabilizzare i parrocchiani e sottolineare che tutti hanno il compito di mantenere sostenibile la comunità.
Costi che gravano anche sulle scuole materne
Anche la Federazione italiana scuole materne non statali (Fism) della Provincia di Padova, attraverso la voce del suo presidente Mirco Cecchinato, lamenta il caro bollette con aumenti che vanno dal 35 al 78 per cento. «Siamo molto arrabbiati, stiamo portando avanti una trattativa con il governo per poter ricevere un’azione risarcitoria – spiega – diversamente, abbiamo calcolato che ci troveremmo costretti a chiedere dagli otto ai dieci euro in più sulle rette, per ogni bambino». Va detto che durante i mesi di pandemia le scuole hanno ricevuto dallo Stato risorse eccezionali, per questo è necessario che ora i bilanci siano gestiti oculatamente. Ciò che si augurano alla Fism di Padova è che l’aumento dei prezzi energetici sia temporaneo e non strutturale, altrimenti il prossimo inverno le scuole si troveranno in grande difficoltà.