Aumentano gli arrivi via mare. Hotspot di Lampedusa in sovraffollamento: “Condizioni disumane”

Sono 20.928 le persone sbarcate in Italia dall’inizio dell’anno a oggi (5000 in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno). Sull’isola della Sicilia il centro non riesce a soddisfare neanche i bisogni primari. Barabino (Fcei): “Condizioni reception non buone”. Le prime tre nazionalità di arrivo sono Bangladesh, Egitto e Tunisia. Palazzotto presenta interrogazione parlamentare a Lamorgese

Aumentano gli arrivi via mare. Hotspot di Lampedusa in sovraffollamento: “Condizioni disumane”

Complici le condizioni meteomarine favorevoli, in queste ultime settimane si è registrato un aumento degli arrivi via mare. Stando ai dati del Viminale, sono 20.928 le persone sbarcate in Italia dall’inizio dell’anno a oggi, erano 15.065 nello stesso periodo dello scorso anno.
“Stiamo vedendo l’inizio dell’estate: ci sono due movimenti paralleli, quelli del turismo e quelli degli arrivi dal Nord Africa. Le condizioni del mare sono buone e sono tanti a partire sia dalla Tunisia che dalla Libia. Nel primo caso li vediamo arrivare con  imbarcazioni più capienti, mentre dalle coste libiche arrivano con tante piccole barche”, spiega da Lampedusa Marta Barabino, operatrice di Mediterranean Hope, programma per migranti e rifugiati della Federazione delle Chiese evangeliche.

In tutto sull’isola sono arrivate oltre mille persone da inizio giugno e l’hotspot è di nuovo sovraffollato: si sfiorano le mille presenze su una capienza massima di 250 persone. “La situazione di accoglienza continua a non essere buona - aggiunge Barabino -. Ora non si fanno più i trasferimenti sulle navi quarantena quindi le persone rimangono più tempo qui. Ci aspettavamo che quelle navi potessero essere usate per traghettare i migranti sulla terraferma, ma niente”.
Dal 31 maggio scorso, infatti, non c’è più l’obbligo per i migranti di fare un periodo di isolamento preventivo (secondo normativa anti Covid 19) prima di entrare in accoglienza e quindi le navi finora utilizzate allo scopo non ci sono più. Secondo l’operatrice di Mediterranean Hope la soluzione più sostenibile e meno traumatica per le persone sarebbe quella di organizzare dei ponti aerei per trasferire i migranti dopo lo sbarco. “Sappiamo che il centro hotspot è in sofferenza - aggiunge - nei giorni scorsi non si riuscivano neanche a soddisfare i bisogni primari”.

Le prime tre nazionalità di arrivo sono Bangladesh, Egitto e Tunisia. Nei giorni scorsi diversi giornali hanno lanciato l’allarme sulla possibilità di un aumento degli arrivi per la crisi del grano legata alla guerra in Ucraina. Per ora però i migranti sbarcati hanno passato un periodo lungo, anche di due anni, nei centri di detenzione libici. Sembra, dunque, azzardato ipotizzare un legame diretto tra aumento degli arrivi e il conflitto in corso. Anche la ministra Lamorgese, sollecitata in un evento pubblico, "Live In Venezia" di SkyTg24, sui “400 mila pronti a partire” verso le nostre coste ha ridimensionato le stime, dicendo che ci si può aspettare un aumento degli arrivi rispetto allo scorso anno (70 mila totali nel 2021) ma senza troppi allarmismi. “Cipro ha avuto già il 286% in più, noi siamo sul 30% in più e abbiamo circa 20 mila persone” ha detto. 

Intanto sulle condizioni dell’hotspot di Lampedusa, Erasmo Palazzotto (Pd) ha presentato un’interrogazione parlamentare alla ministra Lamorgese. “Sacchi della spazzatura ovunque, cestini colmi accanto ai materassi lasciati a terra su cui molte persone migranti sono costrette a dormire, donne e uomini stipati insieme, quantità di cibo scarse, vestiti appesi ad asciugare perché i cambi non ci sono per tutti. Appare così, in queste settimane, l'hotspot di Lampedusa. Una condizione di sovraffollamento inaccettabile e disumana, a maggior ragione con lo strumento delle navi quarantena ancora attivo per trasportare persone sulla terra ferma - sottolinea il deputato -.Dallo scorso mese di marzo, la struttura è gestita da Badia Grande di Trapani, un colosso dell’accoglienza fondato nel 2007 da don Sergio Librizzi, ex numero uno della Caritas di Trapani, in carcere dopo una condanna definitiva a 6 anni per induzione alla corruzione.  Ho presentato un'interrogazione al Ministro dell'Interno Luciana Lamorgese perché si ripristino, con urgenza, condizioni dignitose e, se confermato quanto denunciato, si proceda con una revoca dell’affidamento della gestione del centro. Ma davvero dopo 20 anni di esperienza di sbarchi, siamo ancora a questo punto? Nemmeno abiti puliti garantiti a persone sopravvissute ad una traversata in mare. E’ vergognoso”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)