Al grest ci si prepara o... Una cinquantina di adulti sta partecipando alla proposta per coordinatori e responsabili
Un percorso formativo per coordinatori e responsabili di Grest: è la proposta avviata in novembre dall’Ufficio diocesano pastorale dei giovani. Il grest non può più essere improvvisato, va preparato bene. Così da alcuni anni l’Ufficio di pastorale dei giovani e l’Associazione Noi Padova curano una formazione specifica per gli animatori (Grestyle), cui si è aggiunta anche una proposta per i coordinatori e gli adulti in qualche modo coinvolti nel Grest, curata da Matteo Pasqual, pedagogista. Perché “fare un grest è essere un grest”.
«Fare un grest è essere un grest» sottolinea Matteo Pasqual, pedagogista, nel video di lancio del percorso formativo per coordinatori e responsabili del grest, proposto dalla Pastorale dei giovani. Il grest non può più essere improvvisato, è un momento cruciale e irrinunciabile per le parrocchie e per i tanti ragazzi che vi partecipano, come animatori, ma anche come “animati”. Va preparato bene, facendo tesoro delle esperienze passate, confrontandosi con altre realtà, riflettendo sugli obiettivi. Ormai da alcuni anni l’ufficio di Pastorale dei giovani e Noi Padova curano una formazione specifica per gli animatori (Grestyle), cui si è aggiunta anche una proposta per i coordinatori e gli adulti in qualche modo coinvolti nel grest, curata proprio da Matteo Pasqual.
«Una cinquantina di persone di diverse parrocchie della Diocesi, tra laici, preti, religiosi, hanno iniziato a frequentare il percorso – spiega don Paolo Zaramella, direttore dell’Ufficio – Una bella diversità di esperienze e provenienze che aiuta a riflettere e ad approfondire un aspetto importante del grest: essere occasione pastorale per tutta la comunità, progettualità che va al di là del momento estivo e con la quale la parrocchia può raggiungere bambini e ragazzi, ma non solo. Un percorso che va oltre la preparazione immediata, ma vuole offrire qualche spunto che duri tutto l’anno».
Avviato a novembre, il percorso prevede in tutto cinque incontri: il prossimo sarà a marzo, poi aprile e infine settembre. A gennaio e febbraio un incontro, aperto anche a chi non partecipa all’intero percorso, per la presentazione del Vademecum sulla tutela dei minori in parrocchia. La ricchezza del percorso è data non solo dai temi affrontati di volta in volta, ma soprattutto dall’incontro fra esperienze diverse, lo scambio di idee, i ragionamenti e le emozioni condivise. «Il valore aggiunto della proposta – afferma infatti don Zaramella – è la possibilità di confronto. Non sono lezioni frontali, ma i partecipanti possono davvero relazionarsi fra di loro, si intrecciano momenti di vera fraternità».
Lo sa bene la parrocchia di San Lorenzo di Albignasego che grazie alla frequenza del percorso ha avviato un dialogo costruttivo con la parrocchia dei Ferri per un supporto, un confronto, risultato molto efficace. «È occasione – racconta infatti Fabio Bazo che insieme a Roberta Voltan e Sara Carturan sta seguendo il percorso – per rivedere comportamenti e atteggiamenti, verificare quanto abbiamo fatto anche nei confronti di situazioni in cui è difficile relazionarsi. Abbiamo compreso le difficoltà dello scorso anno e il beneficio che possiamo portare. Siamo genitori che con umiltà si sono messi a disposizione. Abbiamo dato disponibilità per fare questo servizio, ma serve competenza, consapevolezza, perché non siamo “nati imparati”. Ecco perché abbiamo deciso di formarci. Basilare il supporto a livello diocesano e con le altre realtà incontrate: aiuta a migliorare l’organizzazione, dà stabilità».
Fra gli obiettivi del percorso c'è quello di aumentare la consapevolezza del ruolo di coordinatore-responsabile e migliorare la cura e l’accompagnamento degli adolescenti, oltre il grest. «Il grest è occasione per stare insieme – evidenzia Luca Grotto di Zanè che insieme a Monia Giacomelli sta seguendo fin dal primo anno il percorso per coordinatori – Per Zanè è il momento in cui le due parrocchie sono unite. Ai ragazzi viene data un’opportunità di passare dei bei momenti, è occasione di crescita e gli animatori si sentono protagonisti, sono valorizzati. La presenza poi degli adulti, che da noi si occupano dei laboratori, è testimonianza vera. Per i ragazzi significa vedere che c’è una comunità che ci tiene al loro stare bene».
L'estate?
L’estate 2021 è all’insegna dell’incertezza, ancora non si sa cosa si potrà fare: «C’è però il desiderio di fare qualcosa – sottolinea Luca Grotto di Zanè – Stiamo girando per le case dei ragazzi delle superiori per salutarli e attivarli, dire loro che vogliamo... muoverci».
Il grest è anche opportunità vocazionale in senso ampio: permette infatti ai giovani di conoscersi, scoprire le proprie qualità e doni, è crescita e valorizzazione. «Diventa una vera occasione pastorale per la comunità» evidenzia Fabio Bazo.